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SULMONA – “Liberateci dallo tsunami burocratico”. Il grido di dolore arriva dai medici di medicina generale che, dopo due anni di pandemia, hanno deciso di unire le forze e di mettere nero su bianco le problematiche che quotidianamente affrontano e che rischiano di compromettere seriamente un sistema che rischia di non reggere più. Lo sfogo-denuncia dei medici di base e dei pediatri di libera scelta arriva con una lettera aperta destinata alla comunità tutta, addetti ai lavori e non. Di seguito la nota diffusa dai medici:

“Noi Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta dell’area Sangrino-Peligna con questa lettera vogliamo lanciare un grido d’allarme e invitare le autorità sanitarie competenti a sollevarci dallo tsunami burocratico. Un carico burocratico che abbrutisce la nostra professione ci mortifica. Siamo ridotti ad essere meri esecutori di atti burocratici, un’attività che impegna gran parte della nostra giornata lavorativa e che non ci consente più di svolgere la professione medica. Tale carico burocratico ci costringe a proseguire il lavoro a casa, dove trascorriamo gran parte del tempo davanti al computer rimbalzando tra i diversi portali sanitari ad inserire dati. Rimarchiamo con forza che il nostro lavoro non è quello del terminalista; alla cui figura professionale va il nostro rispetto. Ci si chiede perché a richiedere un tampone molecolare per una visita specialistica dobbiamo provvedere noi, quando nello stesso nosocomio per un qualunque accesso in pronto soccorso sono gli stessi operatori sanitari ad assolvere a questo compito? Che senso ha inviare il referto dei tamponi molecolari a noi, quando risparmiando tempo potrebbe essere inviato direttamente al paziente? A tal proposito giunge voce che a breve sarà istituita l’ennesima piattaforma che dovrebbe consentire agli utenti provvisti di SPID di visionare direttamente il proprio referto; ma quanti ultrasessantenni saranno in grado di farlo? Molti si rivolgeranno a noi anche per questo. Il campo di applicazione dei Medici di Medicina Generale non può e non deve essere la tastiera di un computer, ma la gestione della patologia cronica, la medicina di iniziativa e la medicina preventiva. Quest’ultima, quasi dimenticata a causa del carico burocratico, assume un ruolo importantissimo ai fini del buono stato di salute. Per noi è urgente riprendere in mano la situazione, ormai sfuggitaci, attraverso l’esercizio della professione che consiste nella diagnostica e terapia. È proprio a causa della burocrazia che, in questi ultimi tempi caratterizzati dalla pandemia, non si riesce più a curare in maniera adeguata i pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie cronico-degenerative. In questo specifico ambito medico rivendichiamo con orgoglio la nostra unicità e vogliamo difendere il nostro ruolo ai fini della tutela della salute dei nostri pazienti. Siamo disponibili ad aprire un confronto con i vertici aziendali per risolvere nel migliore dei modi la problematica. Alla nostra richiesta sono particolarmente interessati i cittadini-pazienti”. (a.d’.a.)

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