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SULMONA – Manca la conciliazione fra le parti. Si apre così al Tribunale di Sulmona l’udienza di comparizione davanti al giudice per la vicenda del licenziamento dell’ex operario della Magneti Marelli, A.L.C., che ha perso il lavoro dopo essere stato ristretto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta denominata “La Fenice”, riguardante il traffico illecito di droga e la tentata estorsione. Il 40 enne di Sulmona, difeso dagli avvocati Alessandro Margiotta e Catia Puglielli, si è presentato davanti al giudice assieme ai rappresentanti della Marelli ma il tentativo di conciliazione non è andato a buon fine. Posizioni troppo distanti fra l’ex operaio e l’azienda. Ne consegue che ora la diatriba va avanti tant’è che il giudice procederà, già dalla prossima udienza, all’ammissione delle prove. Una partita, se così si può definire, che si gioca sui tavoli della giustizia. I fatti risalgono allo scorso mese di febbraio quando il giovane di Sulmona venne licenziato in tronco dalla Marelli dopo essere stato posto ai domiciliari dall’autorità giudiziaria. A.L.C.- secondo la Marelli- avrebbe fraudolentemente tenuto nascosta la circostanza degli arresti domiciliari. Ma il diretto interessato, tramite i suoi legali, ha smontato la versione portata avanti dall’azienda, sostenendo di aver avvertito il suo superiore gerarchico lo stesso giorno dell’arresto. Da che parte sta la verità? Questo lo deciderà il Tribunale di Sulmona.

Andrea D’Aurelio

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