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SULMONA – Il progetto rivisitato sarà presentato entro i prossimi venti giorni, così come richiesto dal Comune di Sulmona nella diffida, ma il progettista Vincenzo Zavarella si difende e rispedisce le accuse al mittente. Va avanti la querelle sul Liceo Classico “Ovidio”, chiuso ormai da dieci anni, il cui progetto di miglioramento sismico deve essere modificato per incrementare l’indice di vulnerabilità da 0,48 a 0,65, il minimo di legge in materia di edilizia scolastica. Un passaggio cruciale che implica la ricerca di altri fondi, quantificati da Zavarella in 750 mila euro, di cui al momento non si ha contezza. Nei giorni scorsi da Palazzo San Francesco è arrivato l’ultimatum al progettista. Nella lettera firmata dal Dirigente del quarto settore Amedeo D’Eramo e dal funzionario Fabrizio Petrilli, si danno venti giorni (che scadranno il 26 maggio) a Zavarella, che «senza ulteriore indugio, dovrà predisporre gli elaborati per le autorizzazioni del Genio civile. In caso contrario si provvederà alla risoluzione del contratto per grave inadempienza». Il progettista accetta la sfida ma mette pure le cose in chiaro. Non ci sta a sentir parlare di “inadempienza”. A tutela della “propria immagine, serietà e credibilità professionale” Vincenzo Zavarella puntualizza a Onda Tg “che se ci sono stati ritardi e inadempienze non sono di certo a lui imputabili”. Chiarisce pure di aver sempre “ottemperato puntualmente alle condizioni contrattuali, producendo, entro i termini stabiliti, tutta la documentazione progettuale richiesta. Tale circostanza è facilmente riscontrabile consultando la documentazione depositata presso gli Uffici competenti”. Inoltre rende noto che “nonostante la copertura finanziaria aggiuntiva non sia stata ad oggi legittimata da atti ufficiali del Comune, e che pertanto del tutto ingiustificata risulta la diffida ad adempiere inviata dal Comune con la minaccia di risoluzione del contratto per grave inadempienza, il progettista presenterà gli ulteriori elaborati progettuali richiesti nel termine perentorio imposto dall’amministrazione”. Zavarella insomma non le manda a dire e lascia intendere che si tutelerà in ogni sede. Annuncia infatti che “istanze per la valutazione della legittimità della procedura adottata dall’amministrazione e per la tutela dell’immagine professionale saranno opportunamente rivolte agli organi competenti”. Mentre la diatriba tra Comune e progettista va avanti, la città auspica la riapertura a stretto giro della sede storica di piazza XX, chiusa ormai da troppo tempo. E tra una missiva e l’altra, nessuno si degna di rispondere alla domanda dell’ultimo minuto: come, quando e da chi saranno reperiti i fondi aggiuntivi?.

Andrea D’Aurelio

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