SULMONA. La lotta alla mafia chiusa nei cassetti di Palazzo. E’ quanto denuncia la consigliera comunale, Teresa Nannarone, alla vigilia dell’anniversario della morte di Giovanni Falcone. “E’ necessaria un’amministrazione locale trasparente che persegua i suoi obiettivi con integrità”, ha detto pochi giorni fa a Sulmona Maria Vittoria De Simone, procuratore nazionale aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, ricorda Nannarone, “ma il progetto è abbondantemente naufragato, nonostante fosse proprio quella la battaglia indispensabile per dare un futuro alla Città: legalità e trasparenza, quindi integrità. E lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata. E invece ci si è ridotti alle passerelle, alle finzioni, alle scarpe della festa e alle messe in piega”. La consigliera ricorda che “il protocollo contro le mafie giace nel cassetto senza che nemmeno uno dei nove punti sia stato realizzato. E neppure il concorso per i giovani avente come premio un “pellegrinaggio” a Capaci e Via D’Amelio, l’albero della pace come presidio contro la criminalità, nessuna strada nessuna piazza nessuna scuola è stata intitolata a Falcone e Borsellino. Niente. Niente di niente. Il nulla impastato col niente si direbbe a Palermo. Non è cambiato niente, i mercanti del tempio, vecchi e nuovi, battono cassa. Gli appetiti sono solo aumentati. Neppure io sono cambiata però, e non mi farà cambiare il tentativo di isolamento, le minacce trasversali e tanto altro su cui chi deve farà luce. Perché io voglio tornare a piangerci a Capaci e a Via D’Amelio, senza dovermi vergognare di avere usato i nomi di Falcone e Borsellino senza fare nulla. E voglio, si ancora lo voglio, credere in una giustizia giusta.
E in Uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno saputo essere”- conclude Nannarone