
Un plauso sentito e un ringraziamento sincero alle forze dell’ordine per un’operazione che segna un passaggio cruciale nella lotta contro le frodi sui pascoli demaniali. È il messaggio del presidente di Confagricoltura Abruzzo, Fabrizio Lobene, dopo l’azione congiunta di Guardia di Finanza e Carabinieri che ha portato alla luce un vasto sistema di truffe ai danni dei fondi agricoli europei. “Fin dal 2013 – ricorda Lobene – abbiamo denunciato queste pratiche illegali, segnalando alle autorità competenti le anomalie nei criteri adottati dai Comuni per l’assegnazione dei pascoli. I nostri legali avevano evidenziato come una disposizione della circolare applicativa della PAC permettesse a società del Nord Italia di affittare migliaia di ettari di pascoli demaniali, senza possedere alcun bestiame, ottenendo indebitamente oltre 4 milioni di euro di premi comunitari solo nella provincia dell’Aquila.” L’indagine, che copre il periodo 2017-2022, ha rivelato la creazione di aziende agricole fittizie e l’elusione delle norme sul pascolamento, con un danno erariale stimato in oltre 32 milioni di euro e sequestri per 21 milioni. Gli indagati operavano in diverse regioni italiane, compreso l’Abruzzo. Confagricoltura Abruzzo ricorda di aver condotto una lunga battaglia sindacale a tutela degli allevatori locali, culminata con le sentenze del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato, che confermarono la posizione di AGEA: solo le aziende con bestiame proprio possono utilizzare i pascoli e accedere ai contributi. Tuttavia, successive modifiche legislative e la cancellazione della legge regionale sugli usi civici hanno vanificato quegli sforzi, consentendo il ritorno di pratiche speculative. “Queste attività predatorie – sottolinea Lobene – hanno danneggiato non solo le casse pubbliche, ma anche il nostro sistema di allevamento montano, già fragile e vitale per la salvaguardia del territorio. Ora è il momento di una svolta definitiva, per restituire legalità e giustizia a chi lavora onestamente.”









