
L’accusa è quella di aver percepito illegalmente i fondi Agea per circa 56 mila euro. Per questo, per un imprenditore di 61 anni residente ad Alfedena, la Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto la sospensione dell’attività imprenditoriale per un anno. L’uomo era finito nel registro degli indagati per truffa ai danni dello Stato dopo la presentazione di un esposto. Nel corso delle indagini preliminari il sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, ha chiesto la misura interdittiva. Il caso è approdato oggi sul tavolo del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, chiamata a decidere se recepire o meno la richiesta dell’accusa. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia preventivo l’imprenditore, difeso dall’avvocata Gaetana Di Ianni, ha respinto ogni addebito, spiegando che le procedure seguite sono regolari. Secondo la Procura su una superficie di sei ettari di terreno, l’uomo avrebbe percepito senza alcun titolo i fondi europea, sottoscrivendo una serie di documentazioni all’insaputa dei proprietari per l’uso di terreni agricoli in realtà mai utilizzati, molti dei quali classificati come pascoli. Il tipico meccanismo della “mafia dei pascoli. Circostanza che ha indotto la Procura a chiedere la misura interdittiva a carico dell’indagato. Un meccanismo che la difesa respinge, sostenendo che la sospensione dell’attività creerebbe nocumento al pascolo di circa 500 mucche e che l’imprenditore gestisce 1500 ettari in quattro Regioni italiane. Non è la prima inchiesta che viene attivata per tenere sotto controllo il fenomeno. Nelle scorse settimane la Prefettura aveva emanato un’interdittiva antimafia nei confronti di un’altra impresa che opera in Alto Sangro mentre la Procura europea aveva focalizzato la sua attenzione sul Centro Abruzzo, in particolare sui terreni agricoli collocati tra Valle Peligna e Valle Subequana. Undici persone tra cui un sindaco erano state iscritte sul registro degli indagati









