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Un’indagine che parte dai contributi previsti per i nuovi agricoltori per arrivare all’accusa di prestanomi e false dichiarazioni. Un’ indagine partita dalla Corte dei Conti di Trento per arrivare in Abruzzo. Due le persone coinvolte, un prestanome e quello che sarebbe il vero fruitore dei contributi, a cui potrebbe essere richiesta la restituzione dei fondi, dopo l’analisi dei giudici contabili. La questione tocca da vicino anche l’Abruzzo e la cosiddetta mafia dei pascoli, in quanto sono stati dichiarati terreni aquilani da utilizzare come pascoli.

La Procura della Corte dei Conti di Trento ha contestato a un’azienda agricola del posto dichiarazioni non veritiere che avrebbero portato all’erogazione di oltre 157 mila euro di contributi comunitari che, però, non dovevano essere erogati non avendo i requisiti giusti. I ‘nuovi agricoltori’ devono esserlo di nome e di fatto, devono quindi guidare per la prima volta un’azienda e devono avere dei terreni in uso o di proprietà ma di quelli indicati in Abruzzo in realtà erano stati sottofirmati da una terza persona. Non solo, dalle indagini sarebbe emerso che il titolare dell’azienda in realtà era un dipendente come dimostrerebbero dei pagamenti mensili regolari. Una questione complicata quella che finirà davanti ai giudici contabili.

 

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