
Obbligo di corresponsione mensile e avviso di garanzia, al termine delle indagini preliminari, per un 50enne di Popoli Terme, accusato di aver maltrattato la moglie i figli minori. A confermare le accuse a suo carico è stato il pubblico ministero, Gennaro Vanore mentre il provvedimento di obbligo a corrispondere 800 euro al mese alla sua ex, assistita dall’avvocato Alessandra Vella, è arrivato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Giovanni De Renzis, dopo i divieti di avvicinamento che erano scattati nei mesi scorsi. L’indagato ora ha venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive o chiedere di essere interrogato a norma di legge. Il 50enne è accusato di aver posto in essere un regime di vita vessatorio e insostenibile, a partire dal 1998, anno in cui sarebbero iniziati i maltrattamenti nei confronti della moglie. L’atteggiamento del marito, che ha agito con una “abitualità” preoccupante, ha avuto un forte impatto sulla vita della famiglia, mortificando e ledendo l’integrità fisica e morale della donna e dei figli. Le violenze, che si sono protratte per anni, si sono evolute in modo sempre più grave. Le dichiarazioni della moglie sono pesanti e dolorose. Sin dal primo periodo del matrimonio, l’uomo avrebbe aggredito la donna con schiaffi, pugni e insulti, con una frequenza di almeno cinque volte al mese. Questi episodi, che inizialmente non lasciavano segni evidenti, sono aumentati con il passare del tempo, diventando sempre più violenti. In particolare, la vittima ha raccontato come il marito le sferrasse pugni alla testa e calci alla pancia, arrivando a umiliarla pesantemente con epiteti vergognosi. L’uomo non ha risparmiato nemmeno i propri figli. Un comportamento di “padre padrone” ha caratterizzato il suo atteggiamento, riservando una particolare attenzione solo al figlio maschio, che voleva crescere seguendo i suoi stessi modelli, mentre manifestava un odio feroce nei confronti della madre. Il gip ha sottolineato come, tra le molteplici azioni violente, vi fosse il tentativo di “allevare un giovane maltrattatore di donne”. La famiglia, secondo il giudice, era tenuta sotto il giogo di un comportamento incessante e insostenibile, interrotto solo dall’intervento del pm Gennaro Varone. Un episodio particolarmente grave ha visto coinvolto anche il figlio, che, prendendo le difese del padre durante un’accesa discussione con la madre, l’avrebbe aggredita, cercando di picchiarla e sputandole in faccia.









