
Quattro anni di reclusione più il pagamento delle spese processuali. È la pena inflitta dalla Corte d’Appello dell’Aquila ad un 46enne di Sulmona per il reato di maltrattamenti in famiglia. I giudici hanno confermato la sentenza di primo grado emessa nel 2024. Secondo l’imputazione il 46enne aveva posto in essere condotte prevaricatrici nei confronti dell’ex mogli, alla presenza delle due figlie minori, tramite violenze fisiche (schiaffi), psicologiche, ingiurie e minacce. “Se mi lasci ti ammazzo. Prima le nostre figlie e poi te. In ospedale non ti riconoscerà nemmeno tua madre”- aveva detto l’imputato, presentando anche richieste di denaro necessario a comprare sostanza stupefacente di cui è assuntore, omettendo di contribuire adeguatamente al mantenimento delle figlie. Il tutto, secondo la Procura della Repubblica di Sulmona e la squadra anticrimine del commissariato che si era occupata delle indagini, in un arco temporale che va dal 2011 all’11 giugno 2022, ovvero il giorno della lite, che aveva portato l’autorità giudiziaria ad allontanarlo dalla casa familiare con il divieto di avvicinamento alle persone offese. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia il 46enne aveva respinto tutte le accuse, portando in sua discolpa pa documentazione che attesta l’inesistenza della tossicodipendenza, ovvero la certificazione Asl che metteva nero su bianco la completa assenza dei livelli droganti. Era stato inoltre depositato il foglio matricolare dell’Inps attraverso il quale si attestava che l’uomo aveva sempre lavorato e si trovava in stato di disoccupazione da gennaio 2022. Ultima parola ora alla Corte di Cassazione









