SULMONA – E’ stata costretta a ricorrere alle cure del Centro Igiene Mentale dell’Aquila una donna di Sulmona, già in cura al Cim dell’ex Croce Rossa e in viale Mazzini, dopo l’aggravamento del quadro clinico. Un disagio che è strettamente legato alla sospensione dell’attività nella sede di viale Mazzini, disposta con ordinanza del sindaco di Sulmona Annamaria Casini, dopo l’ispezione eseguita dai Nas Abruzzo, sollecitata dal sindacato Nursind con un esposto. A due mesi dal controllo dei militari mancherebbe ancora l’allaccio dell’Enel e i 60 giorni indicati dal Dipartimento Prevenzione Asl, tempo stimato per ottemperare alle prescrizioni dei Nas, stanno per scadere. Sta di fatto che l’azienda sanitaria si è vista rigettare un ricorso dal Tar Abruzzo che ha dato ragione al Comune di Sulmona in merito alla sospensione delle attività del Centro Igiene Mentale e Centro Diurno disposta dal primo cittadino Annamaria Casini. Una situazione che va risolta al più presto perché, nonostante il Cim continua ad operare con una sede ambulatoriale, i disagi a quanto pare non mancherebbero. “La donna in questione avrebbe richiesto assistenza che non è stata fornita se non telefonicamente con evidente pregiudizio per se stessa”- denunciano dal Tribunale per i diritti del Malato che sta seguendo il caso.
Andrea D’Aurelio
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