

SULMONA. “Sta aspettando la guardia medica? Non la trova qui. Vada a Pratola”. E’ la risposta che è arrivata l’altro giorno ad una donna residente a Sulmona che si era recata nel presidio ospedaliero peligno, avendo bisogno di una prestazione sanitaria da parte del medico di continuità assistenziale. Il fatto risale al 24 aprile, pre-festivo, giorno in cui il servizio che di assistenza che fa capo ai medici di famiglia, viene garantito proprio dalla guardia medica di turno. Per questo la donna si è recata al solito posto. Dopo aver atteso oltre un’ora, ha chiesto spiegazioni prima a qualche passante e poi a medici che facevano la spola da un reparto all’altro dell’ospedale, scoprendo il medico non c’era. “Qui non c’è signora la guardia medica. Deve recarsi a Pratola”- ha detto una dottoressa alla donna che è andata su tutte le furie. “Non solo ho dovuto attendere tutto questo tempo ma poi ho dovuto fare altri otto chilometri pe raggiungere il medico. Non è possibile che accadano queste cose. Se un paziente ha bisogno della guardia medica vuol dire che non sta bene”- si sfoga la donna. La protesta arriva anche dal suo medico di base, Caterina Di Rienzo, ex consigliere comunale. “E’ uscita una circolare sui turni vacanti delle varie sedi che a noi non è mai stata inviata e non è mai stata in nessun modo comunicata alla popolazione”- sottolinea Di Rienzo, riferendosi all’avviso diramato dalla Asl per il mese di aprile attraverso il quale venivano stabilite le nuove sedi della guardia medica. Una “deviazione” legata alla carenza di personale.