
La produzione dei bracci oscillanti in ghisa potrebbe rimanere in città ma non quelli in lamiera. Per questo le organizzazioni sindacali restano perplesse all’indomani del summit al Ministero sulla Marelli e chiedono un incontro in sede locale. “Ci preme precisare che non siamo d’accordo sulla dichiarazione dell’azienda circa la impossibilità di
produrre a Sulmona i nuovi bracci oscillanti – in lamiera e non più in ghisa – per la ex Sevel, visto che la
stessa tecnologia, peraltro non particolarmente complessa, è già da tempo ben conosciuta a Sulmona
perché utilizzata per alcuni modelli auto.
Se consideriamo che in incontri precedenti Marelli aveva spiegato che lo stabilimento di Sulmona “vive
in simbiosi” con la ex Sevel, di fronte alla scelta di scartare Sulmona per la produzione dei bracci in
lamiera ci chiediamo quanto sia robusta e duratura questa “simbiosi” che rappresenterebbe l’unica fonte
di ossigeno per lo stabilimento.
Ricordiamo che i lavoratori Marelli di Sulmona sono da anni alle prese con gli ammortizzatori sociali
con conseguente pesante impatto sul salario, e, a causa della ennesima flessione del numero di furgoni
prodotti dalla ex Sevel e di una conseguente minore necessità di forniture di componenti da parte della
Marelli di Sulmona, a partire dal 2 agosto 2025 e per ulteriori 12 mesi gli operai saranno posti in
Contratto di Solidarietà (in deroga , essendo stati consumati tutti gli ammortizzatori sociali “normali”)
questa volta fino al 55% delle ore lavorabili contro il precedente 45%”- intervengono.le organizzazioni sindacali facendo sapere che “alla luce dei timidi segnali positivi che sembrerebbero sottostare alle dichiarazioni rese ieri dall’azienda
riguardo a Sulmona, chiederemo un incontro di approfondimento in sede locale, perché riteniamo che
per dare concretezza alle parole occorrano dati precisi su volumi produttivi, tempi, investimenti”









