

SULMONA. Non è bastato tirare la cinghia e sottoscrivere contratti di solidarietà e avviare gli ammortizzatori sociali, perché dal 2026 lo stabilimento Marelli perderà ancora produzione. La conferma è arrivata ieri nel corso dell’incontro che si è tenuto in Regione tra l’assessore regionale al lavoro, Tiziana Magnacca, le organizzazioni sindacali e i vertici dello stabilimento peligno che dà lavoro a 444 persone. Lo stabilimento peligno, che ha già detto addio ai semicorner (già oggetto di insourcing da parte della ex Sevel di Atessa), perderà i bracci oscillanti che andranno a finire proprio nella struttura della Val di Sangro. Da fine anno, infatti, i bracci verranno prodotti in lamiera e non più in ghisa, ma soprattutto saranno delocalizzati in uno stabilimento in India. Una produzione che secondo i sindacati sarebbe possibile a Sulmona. Eppure, Marelli ha spiegato che l’adeguamento della produzione avrebbe determinato un costo aggiuntivo e che Stellantis non ha accettato di assorbirlo. Ragion per cui Marelli ha scelto di affidare la produzione al suo stabilimento indiano, definito “polo dei bracci”. “Ancora una volta l’azienda si è limitata a fare un’istantanea della situazione attuale, senza dare assolutamente prospettive per il futuro, e tra l’altro inciampando in una serie imbarazzante di dichiarazioni contraddittorie che francamente hanno gettato un’ombra sulle reali intenzioni di Marelli riguardo allo stabilimento sulmonese”- fanno notare le Rsu Fiom, Fim e Uilm, secondo le quali “l’azienda non tornerà indietro”. “Il tema più dibattuto è stato quello relativo all’ennesima sottrazione di produzioni ai danni dello stabilimento peligno, nello specifico quella dei bracci per il Ducato della ex Sevel di Atessa, vero e proprio saccheggio di attività, annunciato da Marelli in occasione dell’incontro nazionale a Roma del giorno 8 aprile 2025. Al riguardo, i rappresentanti della Marelli, dopo aver delineato il quadro sullo stato generale dell’automotive e sulla contrazione di volumi della ex Sevel, hanno ribadito perentoriamente che, per economia di scala, la produzione dei bracci in lamiera non sarà fatta a Sulmona, ma in uno stabilimento indiano”- rimarcano le organizzazioni sindacali che hanno chiesto all’azienda di tornare sui propri passi ma la Marelli, al momento, va avanti per la sua strada. “Senza sottovalutare le gravissime e evidenti responsabilità di Stellantis nei confronti dei fornitori, non vorremmo che Stellantis diventasse per Marelli un alibi per smantellare progressivamente lo storico stabilimento di Sulmona che, nonostante le difficoltà, rappresenta ancora un patrimonio di conoscenze tecniche e competenze e che genera a sua volta un indotto, contribuendo all’economia di un vasto territorio”- insistono i sindacati. Prossimo summit tra un mese e mezzo.