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Una lettera, redatta in inglese, proveniente dagli Stati Uniti che “informa circa un momento di crisi dell’azienda e fa riferimento a una riunione obbligatoria”. E’ quanto recapito ai 444 dipendenti dello stabilimento Marelli di Sulmona, alle prese con la crisi del settore automotive ma anche con la procedura di fallimento che si è chiusa senza alcun offerta. Marelli passerà nelle mani dei creditori e domani, a Mmit è previsto un summit istituzionale sull’aggiornamento della procedura. “E’ fondamentale conoscere lo stato dell’arte ma anche degli investimenti futuri”- sottolinea Simona Eliva De Santis della Fiom. Con 147 esuberi programmati entro la fine dell’anno, lo stabilimento più a rischio resta quello di Sulmona. Per questo i sindacati hanno ribadito la necessità di “blindarlo” in modo tale da salvaguardare il tessuto occupazionale. “Faremo di tutto per portare a casa il risultato. Il 31 torneremo al Ministero che la speranza di avere aggiornamenti non solo sulla procedura attivata ma soprattutto sul futuro della fabbrica”- afferma il sindacalista Uil, Michele Paliani. Intanto al Ministero è stato messo nero su bianco l’accordo raggiunto in Regione per la proroga di un anno del contratto di solidarietà. L’intesa, che riguarda i 444 dipendenti della fabbrica, prevede la riduzione lavorativa del 45 per cento e il mantenimento del bagaglio contributivo. Fino al primo agosto 2026 le buste paghe dei lavoratori della Marelli saranno sempre più leggere









