
Sedici persone in meno in appena sessanta giorni. Continua a perdere i “pezzi” lo stabilimento della Marelli di Sulmona, chiamato a fare i conti con la crisi del settore automotive. Attualmente il numero dei dipendenti è sceso da 460 a 444 e il futuro non è proprio roseo, come spiega Andrea Crugnale della Fiom, ricordando che resta drammatica la situazione sotto il punto di vista degli esuberi: 147, un numero superiore rispetto a quello dichiarato dodici mesi fa. “Ad oggi non sappiamo più cosa produrre. Dell’attuale commessa abbiamo una lavorazione che Sevel ha deciso di reinternalizzare: la produzione dei semi-corner e ammortizzatori”- afferma Crugnale ricordando che la commessa scadrà nel 2031. Gli operai continuano ad operare con il contratto di solidarietà che prevede una riduzione lavorativa del 45 per cento, con il mantenimento del bagaglio contributivo. Infine sul premio di produzione assegnato agli operai, il sindacalista afferma che “parlare di premio produzione come se avessimo vinto al gratta e vinci è fastidiosa”
Marelli: premio medio annuo pari a 1.684 e 2.368 euro a seconda del livello di inquadramento, pur con significative differenze fra stabilimenti
A nome della Fiom e con una diretta live postata sulla pagina facebook del sindacato, c’è chi oggi ha contestato l’operato della stampa in generale, entrando nel merito perfino delle scelte editoriali sulla classificazione delle notizie. Ricordando a qualche sindacalista che la grafica dei quotidiani (titoli, ecc. )non è competenza dei giornalisti ma dei redattori, lo ringraziamo per gli spunti offerti che abbiamo prontamente raccolto. Tuttavia va stigmatizzato, quello si, l’atteggiamento di una sigla sindacale che anzichè relazionarsi con i colleghi o con l’azienda, contesta l’operato dell’informazione, senza aver fatto un minimo di rassegna stampa. I numeri in calo della Marelli, gli esuberi, il contratto di solidarietà e le prospettive sono state sempre al centro della trattazione delle notizie. Quanto al premio di produzione che viene assegnato in tutte le fabbriche, dimentica il “collega” che è stata diffusa una nota dai vertici nazionali della Uilm e della Federazione Metalmeccanici, rendendo degno di nota un riconoscimento del tutto ordinario. Sul riferimento dell’ipotesi di una nuova commessa, anche quell’articolo riporta un virgolettato di un segretario regionale ma il sindacalista non si rivolge nè all’azienda, nè al medesimo, nè ai vertici delle altre sigle sindacali. Non è mai accaduto, almeno negli ultimi anni, che un rappresentante di un sindacato usasse i propri canali per deligittimare gli organi d’informazione. Come se il declino della Marelli fosse legato al numero o alla qualità degli articoli. Contestare è lecito, discutere è un atto civile ma spostare il baricentro dell’attenzione non è dignitoso. Anche questa, insomma, diventa una notizia