SULMONA. Anno nuovo e problemi vecchi per lo stabilimento della Marelli di Sulmona, ancora alle prese con la crisi che sta mettendo in ginocchio il settore automotive. L’azienda infatti non ha ancora ripristinato i turni di notte che sono stati sospesi lo scorso 26 settembre, a causa dei rallentamenti produttivi dell’ex Sevel di Atessa, a cui la Marelli è collegata per l’80 per cento della produzione. Nelle ultime settimane il terzo turno lavorativo, quello che va dalle 22 alle sei del mattino, viene effettuato solo da alcuni operai che vengono, di volta in volta, incaricati dall’azienda per evitare buste paga più leggere. Da agosto 2024 infatti i 460 dipendenti della fabbrica peligna stanno lavorando con il contratto di solidarietà che prevede la riduzione lavorativa del 45 per cento, con il mantenimento del bagaglio contributivo. Gli ammortizzatori sociali, stando all’ultimo piano industriale, saranno prorogati fino all’agosto del 2026 mentre solo quest’anno sono previsti altri 147 esuberi. Dati scoraggianti per le organizzazioni sindacali pronte a chiedere un impegno concreto alla Regione che ha convocato un vertice istituzionale per il prossimo 29 gennaio. “Vogliamo risposte chiare e precise sugli indirizzi politici verso il governo, soprattutto per la gestione degli ammortizzatori e degli esuberi”- afferma Michele Paliani della Uil. Lo scorso 20 dicembre gli operai dello stabilimento, assieme a quelli della Sodecia di Raiano, hanno marciato nel centro storico di Sulmona da piazza Carlo Tresca fino al Comune dove si era tenuto l’ultimo consiglio comunale straordinario dell’era Di Piero.