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Da ieri la Regione Verde è molto meno…verde!! Il Consiglio Regionale ha approvato la proposta di legge sulla “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini” che vede la riduzione di ben oltre 10.000 ettari dell’unico Parco regionale della Regione Abruzzo, addirittura maggiore di quella ipotizzata nelle proposte finora esaminate.

Per evitare questo deturpamento oltre che indebitamento della ‘quota verde’ per l’Abruzzo, tutte le associazioni ambientaliste si erano mobilitate fino a presentare una petizione online alla quale avevano aderito 128.000 firme tra le quali quelle di 50 autorevoli personalità della scienza e della cultura. Sono nati comitati cittadini, pubblicati articoli anche su testate nazionali. Ma la politica, quella ‘del condominio’ abruzzese, è stata sorda e cieca, compiendo uno degli atti più scellerati e irresponsabili di questa legislatura. Ad oltre trent’anni dalla sua istituzione, il parco non ha organi nominati ed insediati, com’è stato per buona parte della sua esistenza, e risulta tuttora commissariato. Un parco, fulcro del complesso delle aree protette dell’ Appennino centrale, con la presenza del terzo gruppo di montagne per altezza e di tutte le specie simbolo della natura appenninica, orso compreso, in perenne carenza di strutture, personale e soprattutto fondi.

“Il colpo più duro portato a termine da una classe politica del tutto insensibile ai temi ed alle problematiche ambientali e senza alcuna base scientifica, solo per soddisfare i meschini interessi personali e localistici di un gruppo di Sindaci interessati ad un pugno di voti ( quelli di poche decine di cacciatori in primis… ) che garantiscano le loro poltrone e responsabili in prima persona del decadimento e dello spopolamento dei loro paesi e dei loro territori che uscendo dal parco ne pagheranno il prezzo anche in termini di afflusso turistico” afferma l’Associazione Salviamo l’Orso.

Rispetto alla proposta iniziale sono stati reintrodotti il territorio di Tione degli Abruzzi, grazie alla richiesta dell’amministrazione comunale e due piccole aree nelle Gole di San Venanzio e nel Comune di Fagnano Alto, è stato tolto anche il Comune di Ocre, che aveva chiesto di entrare nel Parco. Vengono tenuti fuori dall’area protetta importanti corridoi faunistici per specie protette come l’Orso bruno marsicano, specie simbolo della nostra Regione, per la quale continuano a essere investite cospicue risorse sul territorio. Tutto questo nel silenzio assordante del Commissario del Parco, che mai ha preso una posizione chiara denunciando con forza l’attacco che il Parco che dovrebbe difendere stava subendo. 

Arriva secco e pungente il commento del Consigliere regionale Giorgio Fedele in seguito alla conferenza stampa dell’assessore Imprudente: “Le giravolte semantiche con cui ha giustificato le scelte e i tagli applicati al parco si scontrano con la realtà dei fatti. Questa norma danneggerà tutto il territorio regionale. Un comitato senza poteri, cacciatori inseriti anche dove non si può cacciare, per tutelare il territorio, ha tolto le tutele. Una ghigliottina per manifesta incapacità. Quando non si hanno argomenti, si taglia anche la discussione. Non ha minimamente citato le modalità con cui hanno approvato questa legge scellerata. Questa vergogna non sarà certo scrollata dalle spalle di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia con una conferenza stampa che ha tutto il sapore di una richiesta di assoluzione postuma, ma che sono certo che l’Abruzzo non concederà”.

Ora che questa disposizione è stata approvata dal Consiglio regionale, non possiamo che tornare a sottolinearne la totale insensatezza”: a dichiararlo è Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese. E’ una scelta che esemplifica in modo stucchevole la visione o meglio, la totale mancanza di visione di questa amministrazione regionale”.

“Legambiente chiede al Governo di impugnare la norma che taglia il Parco regionale del Sirente Velino e di trasformarlo in Parco Nazionale. Questa azione rischia di essere solo un regalo alla speculazione e alle corporazioni che pensano di continuare a gestire il territorio abruzzese per far divertire qualche anziano cacciatore e mettere a rischio la tutela delle specie a rischio di estinzione come l’orso bruno marsicano”.

 

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