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Il governatore Marsilio oggi ha voluto ricordare il terremoto che colpì Avezzano nel 1915. Il terremoto, classificato tra i principali sismi avvenuti in Italia per forza distruttiva e numero di vittime, interessò gran parte del centro Italia causando danni e vittime in diverse province[

La scossa fu avvertita anche nella capitale, producendo danni ad alcuni edifici. Avezzano, situata nell’area epicentrale, fu quasi completamente rasa al suolo: le vittime furono 10.700 su un totale di circa 13.000 abitanti. I pochi sopravvissuti, in gran parte feriti, rimasero senza un tetto per giorni, poiché tutti gli edifici erano crollati su sé stessi, comprese le scuole, le chiese e il castello. Restò in piedi, intatta, solo la casa del cementista bolognese Cesare Palazzi, come testimonia anche una targa commemorativa con su scritto “Unica casa che ha resistito al terremoto del 13-1-1915”.

Ricostruzione in 3D di piazza San Bartolomeo ad Avezzano prima del sisma
Ricostruzione in 3D di piazza San Bartolomeo ad Avezzano prima del sisma

Il sisma isolò completamente la zona e i soccorritori, partiti la sera inoltrata del 13 gennaio, arrivarono il giorno dopo anche a causa dell’impraticabilità di ferrovia e strade causata da frane e macerie.

Più di 9.000 uomini, fra militari e civili, furono impegnati in soccorsi, trasporto dei feriti negli ospedali e distribuzione dei viveri.

“Sono trascorsi centosei anni da quel terremoto, un evento particolarmente drammatico per la sua furia distruttrice e per un contesto in cui la tempestività dei soccorsi non può essere certo paragonata a quella attuale. I pochi sopravvissuti dovettero resistere giorni interminabili prima di poter ricevere cure, viveri e trovare un riparo al freddo invernale”, ha dichiarato Marsilio.

“Oggi Avezzano è una città moderna che, malgrado la crisi socio-economica causata dalla pandemia, rimane uno dei centri più vivaci della nostra regione. Non per questo, tuttavia, è meno importante ricordare in questa data il dolore che il sisma causò e la reazione – forte, coraggiosa, sempre dignitosa – di una popolazione che è abituata ad affrontare con tenacia le avversità. A cadere e a rialzarsi. A combattere.  Così come fecero i giovani marsicani nella Grande Guerra, a distanza di pochi mesi, sul fronte dell’Isonzo e sul Carso, eroi cui oggi voglio rivolgere un pensiero particolare – insieme alle vittime del terremoto – per onorarne la memoria e l’esempio, in un’epoca in cui sembra prevalere il vittimismo e l’insofferenza a ogni forma di sacrificio. Siamo in guerra, anche mentre scrivo queste brevi ma sentite righe, e dobbiamo impegnarci tutti per superare anche questa contingenza sfavorevole e risorgere più forti e consapevoli del ruolo fondamentale che la Marsica ha svolto e continuerà a svolgere per la crescita dell’Abruzzo”.

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