
SULMONA. Cicerone mancava dal 2009 e con questa proposta diventa l’autore di Latino più proposto della storia dal dopoguerra ad oggi, con 17 Maturità all’attivo, scalzando Seneca fermo a quota 16 e Tacito a quota 5. Ne sono consapevoli i maturandi del Liceo Classico di Sulmona che si sono cimentati con la seconda prova, la più temuta dopo il tema di italiano. Per loro, come ieri, c’è l’emozione di riscrivere la storia, perché gli esami di maturità non si tenevano nella sede storica di piazza XX Settembre dal 2008, prima del terremoto dell’Aquila che aveva portato alla chiusura dell’edificio, riaperto a dicembre scorso. “Cicerone è stato una sorpresa, anche se qualche voce circolava. All’inizio ci ha spiazzato, ma poi leggendo meglio il testo si capiva che non era insormontabile. I quesiti sull’amicizia mi sono piaciuti molto, mi hanno dato modo di riflettere anche in modo personale. Speriamo che venga riconosciuto il lavoro fatto. Inoltre, è stato emozionante sostenere la maturità nella sede storica riaperta”- commenta Filiberto Di Mattia del VB del Liceo Ovidio. Sulla stessa lunghezza d’onda, Aldo Del Monaco, stessa classe e stesso approccio alla prova. “Non ci aspettavamo una versione così. Però, una volta iniziata, ci siamo resi conto che non era così terribile. Certo, qualche punto più ostico c’era, ma nel complesso l’abbiamo affrontata bene. Possiamo dire che ce la siamo cavata”- racconta Del Monaco. Per l’emozionata Rebecca Colantonio, sempre del VB, “la versione di latino non era impossibile, ma nemmeno semplice. Non c’erano troppe difficoltà nel comprendere il senso generale, però alcuni passaggi grammaticali erano articolati e bisognava ragionare bene. C’è voluta concentrazione, ma tutto sommato era una prova gestibile per chi si è preparato con costanza.” Faccia a faccia con Cartesio per gli studenti del Liceo Scientifico “Fermi” che, dopo sei ore intense e dopo aver impugnato la penna, commentano lungo il viale le soluzioni dei quesiti. “La prova di matematica mi è sembrata decisamente più difficile rispetto a quelle degli anni scorsi. Alcuni esercizi erano strutturati in modo diverso e richiedevano più ragionamento. Non era impossibile, ma sicuramente ha messo alla prova la nostra preparazione e ci ha costretto a gestire bene il tempo. Rispetto alle simulazioni, c’era un livello di complessità superiore”- sostiene Davide Ricciardi del VE. Secondo Dafne Di Fonte “i quesiti erano tutto sommato affrontabili, almeno nella prima parte. Mi hanno dato sicurezza, ma quando sono arrivata al problema mi sono resa conto che era più insidioso del previsto. C’era bisogno di calma e attenzione per non cadere in errore. In generale, però, penso di aver fatto un buon lavoro.”