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SULMONA – Al via la “caccia al nome” all’ospedale di Sulmona per dare manforte al pronto soccorso. Dopo la direttiva aziendale dei quattro medici interni dirottati per il reparto Covid, si è aperta la delicata fase della scelta. Per la Cisl Medici si tratta di una “toppa a colori”. “Con la disposizione giunta ieri, infatti, i responsabili delle UO (ORL, Oculistica, Chirurgia e Medicina) devono indicare uno o più nomi di medici da inviare nel Pronto Soccorso ad occuparsi della parte di patologia No Covid mentre il medico di turno in Pronto Soccorso si dedicherà ai pazienti ricoverati presso il vecchio pronto soccorso. Premesso che è sacrosanto che qualcuno debba andare in aiuto ai colleghi ormai stremati del Pronto Soccorso, ancora una volta siamo costretti a registrare l’ennesima “toppa a colori” . Questa è una vicenda in cui tutti, ma proprio tutti hanno ragione e le proprie ragioni, tranne chi è preposto ad organizzare mezzi, servizi e uomini”- tuona Gianna Tollis dal sindacato sostenendo che “si potevano fare molte scelte : assumere innanzitutto personale o almeno cercarlo. Nel DPCM è scritto chiaramente che si possono reclutare velocemente medici laureati ma in attesa di specializzazione da inserire nei Pronto Soccorsi No Covid ma nella nostra Azienda non si è fatto mentre in quella di Pescara si. Si poteva organizzare l’ospedale in modo che ogni reparto allestisse un proprio pronto soccorso specialistico cosi da sollevare i colleghi in prima linea. Si potevano creare più posti negli Ospedali Covid in modo da accogliere anche i pazienti della Valle Peligna che come tante cenerentole (ed ormai è un’abitudine) devono stare ammassati in due stanze con un solo bagno; si poteva, in ultimo, organizzare uno spazio nel nostro nosocomio che restituisse un pizzico di dignità al malato e a chi lo cura. Non si è fatto e oggi si compilano ordini di servizio frettolosi e strampalati che tentano in maniera maldestra di metterci una toppa nemmeno tanto a colore. L’Ospedale di Sulmona , i medici, gli infermieri, gli OSS, gli operai e soprattutto i pazienti e le loro famiglie sono stanchi di questi atteggiamenti grossolani, di subire l’imperizia di chi gestisce, di restare sempre inascoltati. Sulmona ha questa condanna visibile soprattutto a chi di Sulmona non è: incappare sempre nelle persone sbagliate, appartenenti al territorio, che negli anni hanno reso questa città povera di opportunità e di dignità. Ed è quest’ultima che oggi chiunque, solo perché si ritrova a gestire un Ospedale o una Azienda Sanitaria, si sente in diritto di calpestare. Per noi fare i medici non è solo un lavoro, è anche uno stile di vita, perciò sono certa che nessuno lascerà solo un collega ma quando tutto questo sarà finito troveremo la forza della denuncia”-avverte il sindacato. Uno sfogo a tutto campo che denota il clima teso che si avverte dentro le mura ospedaliere. (a.d’.a.)

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