SULMONA. Tre anni e dieci mesi di reclusione, risarcimento da liquidare in sede civile, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e pagamento delle spese processuali. È la pena inflitta ad un 52 enne residente in Valle del Sagittario, H.S., dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, per la violenza sessuale negli uffici del Caf di vico Del Vecchio. L’uomo è stato processato con rito abbreviato. I fatti risalgono al 27 luglio 2022 quando, secondo l’accusa, un 20enne (18enne all’epoca) si era recato negli uffici del sindacato, per sbrigare alcune pratiche relative alla disoccupazione. A quel punto era stato avvicinato dal dipendente dell’ufficio che, secondo quanto riferito dal ragazzo nella denuncia e cristallizzato nell’incidente probatorio, gli “aveva infilato le mani tra i pantaloni, anche nella parte posteriore, toccandogli gli organi genitali”. Il 20 enne, assistito dall’avvocato, Andrea Marino, inizialmente aveva lasciato il luogo. Nel pomeriggio aveva raccontato tutto in famiglia tanto che in cinque si erano recati la sera stessa nell’ufficio per il “processo fai da te”, per vendicare cioè la violenza sessuale. Ne era scaturita una lite furibonda tra le parti. Il 20 enne, la madre e il dipendente imputato erano rimasti feriti, rimediano traumi lievi, guaribili da cinque a sette giorni. Il giovane aveva esibito ai carabinieri le conversazioni di whatsapp e alcuni file audio mentre la difesa, rappresenta dall’avvocato, Mauro Calore, aveva contestato punto per punto la ricostruzione dei fatti, facendo notare che “un episodio di tale gravità e rilevanza stona con la natura pubblica del luogo”. Tesi che non è bastata per evitare la condanna