SULMONA – Intensificare i controlli nelle zone pedemontane, rivedere le ordinanze emesse e puntare sulla prevenzione, senza allarmare la popolazione, ma con il solo scopo di non farsi trovare impreparati. Si sta muovendo su questi fronti il sindaco di Sulmona Annamaria Casini che chiede aiuto alla Prefettura dell’Aquila all’indomani dell’incendio divampato ai piedi del Morrone. Un fuori programma risolto nel giro di due ore ma che ha fatto scattare di nuovo la psicosi incendi, tenendo conto di quanto avvenuto lo scorso anno, proprio nel mese di agosto. La macchina della prevenzione si mette quindi in moto. Sono tre focolai individuati ieri ai piedi del Morrone di cui due sul ciglio della strada in località di Fonte d’Amore e un altro alle pendici dell’Eremo di Celestino V, tutti spenti grazie alla sinergia fra i Vigili del Fuoco di Sulmona, intervenuti sul posto con tre squadre, i Carabinieri Forestali, i volontari della Protezione Civile di Sulmona e Pratola Peligna e il vice sindaco Nicola Angelucci che ha assistito da vicino alle operazioni di spegnimento. Tutto è cominciato intorno alle ore 18 con il rogo che si è sviluppato alle spalle della Scuola di Polizia Penitenziaria di Fonte D’Amore. Le cause alla base dell’incendio sono ancora da accertare ma nel giro di due ore la macchina operativa si è messa subito in moto. Sono stati spenti prima i due focolai lungo la strada e poi anche il terzo con l’ausilio dell’elicottero che è stato utilizzato anche per le operazioni di bonifica. Ma il Comune vuole giocare d’anticipo sul fronte della prevenzione. “Sto predisponendo una nota per la Prefettura dove chiedo l’intensificazione dei controlli e terrò una riunione con i Dirigenti e la Polizia Locale per verificare se le ordinanze adottate bastano per far fronte alla situazione o è necessario emettere altri provvedimentiâ€- afferma il sindaco Casini. Tra le raccomandazioni più urgenti c’è quella di provvedere alla pulizie delle sterpaglie e al divieto di accendere fuochi nelle zone pedemontane. La ferita del Morrone è ancora fresca a un anno di distanza. Nessun allarme ma la prontezza dei riflessi non può venire meno.
Andrea D’Aurelio