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SULMONA – Salgono a due i decessi dei pazienti che erano ricoverati nella clinica San Raffaele di Sulmona. Il clima si fa sempre più teso soprattutto per l’emergenza Coronavirus in atto e per il possibile focolaio riconducibile alla struttura sanitaria. Nei giorni scorsi è morta all’ospedale di Chieti l’anziana di 75 anni, originaria di Teramo, che era stata presa in carico nella clinica lo scorso 10 marzo dopo un ricovero presso l’ospedale di Bergamo. La donna era passata anche per l’ospedale di Sulmona, prima in pronto soccorso e poi in ginecologia.  La notizia del decesso è rimasta segregata per giorni anche se le voci di corridoio, per l’intera settimana, si sono rincorse. Ma niente. Chi confermava e chi smentiva. Fino a quando ieri sul tavolo della Regione Abruzzo è arrivato il resoconto dei casi accertati al San Raffaele, compresi i trasferimenti dei pazienti e dei decessi. E’ stato quindi svelato l’arcano della signora di Teramo che è morta nei giorni scorsi. Precedentemente era stata trasferita nell’altro ospedale della Santissima Annunziata, quello di Chieti. Ieri è arrivata poi la notizia, diffusa da Onda Tg, della morte dell’88 enne di Campo di Fano, ricoverato nell’ospedale dell’Aquila ma precedentemente in carico alla San Raffaele. La storia della donna di Teramo riapre un fronte delicato. Secondo i familiari di una delle infermiere contagiate, la 40 enne di Sulmona, il contagio in clinica sarebbe riconducibile proprio al ricovero dell’anziana. Il caso ha avuto anche una coda giudiziaria con la querela in Procura. I familiari dell’infermiera hanno chiesto il sequestro di tutta la documentazione medica ( verbali diagnostici e cartelle cliniche) e ogni documentazione redatta dalla clinica San Raffaele che attesti il rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro anche con particolare riferimento alle date di acquisto e alle bolle di consegna dei dispositivi. Nella querela i familiari denunciano che agli operatori sanitari non sarebbe stato riferito che la paziente era a rischio infettivo e che quindi dovevano adeguarsi con protocolli che ne garantivano la protezione da eventuali e potenziali infezioni. Viene anche segnalato che la clinica, nonostante le norme di sicurezza, non avrebbe consegnato materiale sanitario a sufficienza o comunque idoneo alla protezione. Diversa la versione della struttura sanitaria secondo la quale tutti i protocolli sarebbero stati attuati come pure l’anziana è stata presa in carico dopo il primo tampone negativo, effettuato all’ospedale bergamasco ( 3 marzo), come risulterebbe da cartella clinica.  Il test è stato ripetuto dopo alcune settimane e ha accertato il contagio da Covid. Sulla vicenda si andrà a fondo. Nel frattempo salgono a quattro i decessi da Coronavirus riconducibili all’ospedale di Sulmona ( due pazienti Covid ricoverati a rianimazione) e alla clinica San Raffaele ( i due anziani). Ai familiari dell’anziana e degli altri pazienti vanno le nostre condoglianze. Perché dietro i casi, le storie, i contagi e le polemiche, ci sono sempre le persone. Che vanno rispettate come tali. In vita e in morte.

Andrea D’Aurelio

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