
La Procura della Repubblica di Sulmona ha emesso tre avvisi di garanzia, al termine delle indagini preliminari, per altrettanti medici in servizio nel carcere di massima sicurezza di Sulmona. I sanitari, due donne e un uomo dai 51 ai 70 anni di età, sono accusati di omicidio colposo in concorso per la morte di Pietro Guccione, il detenuto siciliano di 62 anni che aveva esalato l’ultimo respiro in cello nel dicembre del 2022. Secondo il sostituto procuratore Stefano Iafolla, che coordina l’inchiesta, i tre avevano cagionato il decesso del detenuto per colpa “consistita nel mancato rispetto delle buone pratiche clinico-assistenziali e nell’omettere di adottare gli opportuni tempestivi accertamenti in presenza di un quadro clinico tale da consentire una sicura insorgenza di complicazioni cardiache”. A fare scattare l’inchiesta era stata la denuncia dei familiari che aveva portato la Procura ad aprire un fascicolo e a disporre l’autopsia. Era il 16 dicembre 2022 quando Guccione si era sentito male mentre era all’interno della sua cella. Caduto sul pavimento, aveva perso i sensi e non si era più ripreso. I familiari, assistiti dall’avvocato Carlo De Pascale, ritengono che la morte poteva essere evitata vista la sintomatologia comparsa nei giorni precedenti: dolore alla spalla e al braccio, giramenti di testa e pressione alta. Tutti sintomi riferibili a un problema cardiaco improvviso. Problema che non era venuto fuori dalle visite di controllo effettuate in carcere dove l’uomo per ben tre volte aveva bussato alle porte dell’infermieria. I medici, assistiti dall’avvocato Alessandro Margiotta, ritenendo che la gestione del paziente sia stata lineare e corretta, sono pronti a dare battaglia









