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SULMONA – La cicogna si fa attendere e per il primo fiocco da appendere nel reparto di ostetrica e ginecologia dell’ospedale di Sulmona c’è da aspettare. Ma non tarda ad arrivare il consuntivo delle nascite nell’anno di pandemia. Sono 214 i sulmonesi venuti alla luce nel nosocomio peligno durante l’emergenza sanitaria. Seppur si è sempre al di sotto della soglia dei 500 parti annui, per via delle condizioni orografiche del territorio, il dato è sovrapponibile con quello del 2019 quando si registrarono 217 nascite. Solo tre parti di scarto che denotano comunque la voglia di riscatto del territorio nonchè la forza della vita che si percepisce dietro l’effetto devastante della pandemia su vari livelli. Da quello economico con un tessuto tutto da ricostruire a quello sociale che colpisce proprio le famiglie sempre più in difficoltà. Nell’anno della pandemia quei 214 fiocchi, azzurro e rosa, sono sicuramente una piccolissima speranza per un futuro più “normale” e per il reparto stesso che resta operativo a tutti gli effetti. A pesare, sulla scelta delle partorienti soprattutto nella seconda ondata, sono state le stringenti disposizioni impartite dalla Direzione Generale Asl. Con una circolare infatti viene consentito a un solo congiunto, o a una persona espressamente indicata dal paziente, l’accesso nei reparti per le visite ai degenti, per soli venti minuti al giorno. Una misura adottata per prevenire la diffusione del contagio da Covid-19 ma non condivisa da alcune famiglie che hanno deciso di spostarsi in altra Asl per vivere nella pienezza l’esperienza del parto senza la solitudine e il sostegno a singhiozzo da parte dei papà. Nel 2020 non sono mancati i parti in casa. La vita insomma continua e resiste, nonostante il faticoso e delicato momento storico legato all’emergenza Covid. L’auspicio è che la cicogna arrivi presto in viale Mazzini per inaugurare un’annata più fiduciosa per la città e l’intero ospedale.

Andrea D’Aurelio

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