Negativi al primo tampone. Verso la guarigione 21 sulmonesi

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2020-04-30 | 08:55h
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2020-05-15 | 12:48h
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SULMONA – Il Covid-19 allenta la morsa e comincia a lasciare la città di Sulmona. Il report sulla tamponatura a domicilio è arrivato ieri sera dal sindaco, Annamaria Casini, nel corso dell’edizione serale di Onda Tg. Sono 37 i pazienti Covid che si trovano in isolamento domiciliare in attesa della negativizzazione. Nella giornata del 27 aprile sono stati comunicati i responsi dei primi 27 tamponi svolti a domicilio: 21 hanno dato esito negativo, 4 casi dubbi e 2 positivi. La Asl quindi sta procedendo a calendarizzare gli altri dieci test da effettuare ma anche quelli da ripetere per certificare la completa guarigione. Allo stato attuale ventuno pazienti Covid sulmonesi hanno fatto il primo passo avanti verso la piena negativizzazione. Per loro basterà un altro tampone, con lo stesso esito, per tornare alla vita di sempre. Percorso più lungo per due pazienti che devono ancora negativizzare e per i quattro che devono ripetere il primo test. La mappa dei tamponi a domicilio dimostra come gli effetti delle segnalazioni della scorsa settimana hanno portato alla risoluzione di una problematica che aveva tenuto tutti i positivi con il fiato sospeso. Dietro i numeri ci sono le persone. E dietro le persone ci sono storie diverse che si scontrano con la quotidianità. Tra i 37, ad esempio, c’è anche l’agente penitenziario asintomatico positivo che da più di un mese vive all’esterno della sua abitazione in attesa di uscire dall’incubo Covid e di poter riabbracciare i suoi cari. Se i tamponi a domicilio si svolgono è grazie soprattutto al Tribunale della Sanità e ad Onda Tg che hanno portato alla ribalta la problematica, sollecitando la Asl ad autorizzare le Usca ( unità speciali continuità assistenziale). Permane il problema dei tamponi per tutti gli altri pazienti, da quelli che devono entrare nelle case di riposo a coloro che devono accedere nelle strutture residenziali. La medicina sul territorio è quella da potenziare nella seconda fase di emergenza. Tra carenza di personale e di strutture, alla fine i problemi dell’ordinario si amplificano sempre in tempo di emergenza.

Andrea D’Aurelio

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