
SULMONA. “E’ una vergona. Una persona muore e deve essere rinchiusa in un container. Cose dell’altro mondo”. L’ironia diventa messaggio e si fa protesta nel cimitero di Sulmona dove sale la tensione per le incertezze riguardanti la riapertura dell’obitorio e dell’ingresso principale. Dopo il crollo di un pezzo d’intonaco lo scorso dicembre, che ha determinato la chiusura degli uffici amministrativi e dello stesso obitorio, il Comune ha ordinato i container per tamponare la situazione. Ne sono arrivati un paio in paio di ospitare al massimo due salme ma in condizioni che, a detta dei parenti dei defunti, sono tutt’altro che dignitose. “Non è possibile trovarsi di fronte ad una simile situazione. Già si è disperati. Figuriamoci se i nostri cari dobbiamo lasciarli in quella struttura”- commentano alcuni congiunti. In attesa della sepoltura, le salme vengono infatti accolte nei container almeno fino al termine dei lavori che devono ancora partire e non si sa quanto dureranno. Va peggio per il personale in servizio che continua a lavorare all’interno delle auto personali, senza riparo dal freddo e dalle intemperie. “Sono settimane che attendiamo i nostri container, senza contare che compilare moduli appoggiati al volante oltre che scomodo è anche disumano”. Insomma al cimitero l’eterno riposo, è più eterno che riposo.