ORTONA – Seicento operazioni nel 2019 ma al tempo del Covid la chirurgia senologica è stata sospesa nell’ospedale di Ortona, scelto per la cura dei pazienti contagiati dal Coronavirus. Un indirizzo politico che ha fatto scattare la protesta la protesta di PinkPratola Onlus, l’associazione di Promozione Sociale “I girasoli”, del comitato spontaneo Donne di Raiano e l’associazione AmoRosa. Le associazioni chiedono a Regione a Asl 2 di ripensare la scelta e “di prendere in seria considerazione le nostre rimostranze e, soprattutto, di chiarirci se e in quale maniera si intenda garantire la prosecuzione dell’attività senologica, posto che non si può chiedere alle donne di temporeggiare”. “Una pioggia che cade su un terreno già bagnato visto che già 1 anno fa, con le dimissioni del Prof Fanfani Direttore della Ginecologia Oncologica, mai sostituito dalla Asl e dall’Università di Chieti, si è ridotta notevolmente la capacità terapeutica oncologica. Pur comprendendo tutte le ragioni del momento – conclude la nota -, nella maniera più categorica contestiamo nel merito la decisione assunta nei riguardi dell’ospedale di Ortona. Si tratta di un depauperamento che le donne affette da tumore del seno non meritano. Perché se il COVID-19 è un’emergenza, il tumore del seno non è da meno. Non lo si contrae con le droplets. Non lo si evita stando semplicemente a casa ed evitando i contatti sociali. No! Il tumore del seno ti colpisce e basta e non va in vacanza solo perché ora c’è un’emergenza sanitaria da dover gestire. E se gli italiani stanno scoprendo ora cosa significhi perdere la normalità della vita, i pazienti oncologici ci rinunciano già nel momento in cui comunichi loro la diagnosi”.
Andrea D’Aurelio
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