
“Quando si parla bisogna dire le cose in modo chiaro. Qui c’è in gioco il nostro futuro”. E’ il grido degli operai dello stabilimento Marelli di Sulmona che si è fatto sentire nel corso del consiglio comunale straordinario, tenuto alla presenza di organizzazioni sindacali e istituzioni. Più volte la seduta consiliare, seguita da un centinaio dei 444 lavoratori il cui destino è appeso a un filo, è stata interrotta dalle proteste dei dipendenti che chiedono certezze e risposte precise non solo all’azienda ma anche alla politica. Dalla proroga del contratto di solidarietà fino all’agosto 2026, con la riduzione lavorativa del 55 per cento alla delocalizzazione dei bracci oscillanti in lamiera, le problematiche sono esplose nel corso della seduta. “La Marelli è l’ultimo baluardo della zona industriale”- insorgono Andrea Crugnale e Andrea Di Meo, due degli operai in servizio. “Abbiamo aperto un tavolo di crisi, utilizzato gli strumenti a disposizione e difeso produzioni che rischiavano di essere spostate”- ha sottolineato l’assessore regionale al lavoro, Tiziana Magnacca. Il consiglio comunale, compatto sul tema, ha approvato un ordine del giorno per promuovere un confronto permanente tra istituzioni e inserire la fabbrica in programmi di riconversione e rilancio industriale.









