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SULMONA – “Noi restiamo in cella, ma voi restate a casa”. Commuovono i messaggi dei detenuti del carcere di via Lamaccio al tempo del Covid-19 Coronavirus. Se in tutta Italia si sono susseguite rivolte e proteste feroci, nel carcere di massima sicurezza sulmonese elevato a primo livello, si percepiscono solo manifestazioni di grande umanità. Dal flash mob realizzato nei giorni scorsi ai cartelli appesi alle finestre fino alla produzione delle mascherine nella sartoria. Il penitenziario diventa un modello per l’intero paese. Nella sartoria del carcere sono stati realizzati dei prototipi di mascherine e, qualora dovessero superare i controlli necessari, potranno essere prodotte in 200 pezzi al giorno, destinati prioritariamente al consumo interno ma che potrebbero essere messe anche a servizio della Comunità. Si tratta di mascherine in cotone, non certificate, ma con una intercapedine nella quale è possibile poi inserire un ulteriore filtro di protezione. 22 detenuti saranno impegnati nel progetto mentre altri reclusi hanno dato vita al flash mob con i cartelli appesi alle finestre del carcere: “noi restiamo in cella ma voi restate a casa”. C’è chi si sente di ringraziare tutti coloro che sono sul fronte. “Sono italiano e anche se ho fatto il delinquente non vuol dire che non ho senso civico e voglio esprimere tutta la mia solidarietà agli agenti, ai dottori, agli infermieri e ai volontari che in questo carcere portano la loro professionalità”- scrive un detenuto- “sapete credo che molti detenuti vorrebbero dire grazie ma non lo dicono forse per non ammettere che hanno un cuore”. Insomma la vera lezione ai tempi del Coronavirus arriva dal carcere.

Andrea D’Aurelio

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