
SULMONA. Non arriva il permesso dell’ufficio di sorveglianza del Tribunale di Pescara e il detenuto non può partecipare al funerale del fratello, il ristoratore di 34 anni, trovato senza vita. È accaduto ad un 50enne di Sulmona che nei mesi scorsi è finito dietro le sbarre per scontare una pena definitiva. Dopo la tragedia familiare, il suo avvocato ha inoltrato istanza al Tribunale competente. Domanda che, sembrerebbe per ragioni tecniche, non è stata evasa con il risultato che il detenuto, fortemente scosso per quanto accaduto, è rimasto in cella. Una privazione dei diritti secondo il diretto interessato che apre sicuramente una riflessione sulla gestione del sistema