banner
banner

SULMONA – Si chiude con l’archiviazione da parte del Gip del Tribunale di Sulmona Marco Billi l’inchiesta sui presunti abusi sessuali del 53 enne sulmonese nei confronti del figlio minorenne. I fatti risalgono all’estate del 2013 e 2014 ma secondo il giudice non sussistono elementi per portare avanti un’accusa di violenza sessuale, come aveva fatto notare la Procura della Repubblica nella richiesta di archiviazione, depositata dal Sostituto Procuratore Aura Scarsella. L’inchiesta è stata aperta dopo la denuncia della madre del minore che ha contestato all’indagato una serie di reati fra cui violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti, compimento di riti sanatici. Nel gennaio 2016 venne eseguito un incidente probatorio con l’audizione del minore e la redazione di una perizia che non fece riscontrare però degli elementi a favore dell’accusa. Come si legge nell’ordinanza di Billi il minore ( non si fa il nome per rispetto della deontologia) “presenta una capacità cognitiva complessivamente immatura e ha reso un resoconto caotico, confusionario e complessivamente poco chiaro di quanto accaduto nei suoi rapporti con il padre. In sede di incidente probatorio il minore non ha riportato dettagli sui fatti oggetto di indagine, ha fornito indicazioni temporali carenti e ha omesso riferimento a stati mentali propri e a ricordi sensoriali”. Da qui l’ordinanza emessa dal giudice che archivia il caso in riferimento alla violenza sessuale di fronte l’assenza di riscontri medico legali sulle violenze sessuali, riscontri sulle armi, sui luoghi di verificazione degli incontri satanici e sull’assunzione di sostanze stupefacenti da parte dell’indagato. Restano tre i filoni dell’inchiesta ancora aperti: detenzione illecita sostanze stupefacenti, corruzione di minorenne e rapporto di casualità per i quali la Procura della Repubblica non ha chiesto l’archiviazione. Potrebbe arrivare quindi una richiesta di rinvio a giudizio. “Stiamo producendo le nostre istanze di difesa sulle accuse che restano ancora in piedi che non hanno nulla a che vedere però con il procedimento base”- afferma l’avvocato Catia Puglielli che assieme al collega Alessandro Margiotta difende il padre 53 enne. “Il mio cliente è finito sotto processo ma per altri reati e non per quello di violenza sessuale”- fa notare l’avvocato. Nel corso delle indagini fu recuperato dalla Squadra Anticrimine diretta dall’ispettore Daniele L’Erario anche del materiale pornografico contenuto sul pc in uso al minore. “Materiale”- conclude la Puglielli- “ che non si può associare al mio assistito”.

Lascia un commento