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SULMONA. “Distinti saluti da un cittadino di serie b”. Si congeda così Silvano Ferri, 88enne di Sulmona, nella lettera che ha scritto l’altro giorno alla premier, Giorgia Meloni e al presidente della repubblica, Sergio Mattarella. Ferri, per 24 lunghi anni, ha combattuto una battaglia giudiziaria legata ad una cartella esattoriale che, nel lontano 1986, era stata emessa dall’Agenzia dell’Entrate. Un “avviso” di pagamento di 17 milioni e mezzo di lire che, a suo dire, non erano dovuti. Ferri, che gestiva un’impresa, si era opposto in tutte le sedi, impugnando la cartella e spuntandola nei vari gradi di giudizio. Alla fine, nel 2010, la commissione tributaria centrale, sezione dell’Aquila, aveva dichiarato “cessata la materia del contendere”, dando ragione al sulmonese che non doveva pagare. A distanza di tempo, trascorsi altri 14 anni, Ferri ha voluto ripercorrere la battaglia condotta nelle aule giudiziarie, scrivendo ai vertici dello Stato, per raccontare la storia di “un cittadino di serie b”, in modo tale da non ripetere nel futuro gli “errori giudiziari”. “Bollato come evasore fiscale per una vita intera, parliamo di 24 anni. Ho pensato molte volte di farla finita, e l’avrei fatto se mi fossero mancati l’appoggio e l’amore della mia famiglia”- ha esordito l’88enne nella missiva. “Non so quanto costa una commissione fatta di tecnici, ma ci sono volute tutte le commissioni sino ad arrivare alla centrale (l’ultima) e inappellabile per capire che le richieste di imposta che volevano, e da me non dovute, ci sono voluti 24 (ventiquattro) anni. Quando sbagliamo noi cittadini ci fanno pagare tutto con annessi e connessi. Tutti dobbiamo pagare e volevo chiedere i danni per questo calvario, ma sono arrivato alla conclusione che non mi è rimasto abbastanza tempo per portare a termine una richiesta legale per i danni subiti”- riprende Ferri che non usa mezzi termini. “E’ un paradosso dire quello che ho imparato in una vita di lavoro onesto: non mi sono mai dovuto difendere dalla delinquenza comune, né dalla camorra, né dalla mafia, né dalla n’drangheta, ma stranamente ho dovuto difendermi dalle istituzioni ed ho capito che la legge non ammette ignoranza, ma non è uguale per tutti”- scrive ancora l’88enne che rinuncia alla causa per il risarcimento danni ma non risparmia critiche al sistema. “Si aprono fascicoli, si aprono inchieste per omicidio colposo, anche io ho subito un tentativo di omicidio colposo. Mentre questi funzionari che non funzionano, dopo aver indotto persone ad un tentato suicidio si godono una pensione d’oro pagata dai contribuenti unitamente a tutte le spese che creano”- conclude Ferri nella missiva che è stata indirizzata, per conoscenza, anche al sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, al presidente della Regione, Marco Marsilio e al presidente del Senato, Ignazio La Russa.

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