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CASTEL DI SANGRO – E’ stato querelato per i presunti maltrattamenti nei confronti della sua consorte ma da otto lunghissimi mesi non riesce ad avere alcun contatto con i suoi due figli minori. Eppure nessuna misura cautelare è intervenuta né si è scelta la formula del colloquio protetto. Si sente condannato prima di essere indagato e processato. La storia è quella di un 60 enne di Castel Di Sangro che ha scritto alla nostra redazione per denunciare il caso. Una lettera di un padre disperato per usare le sue parole che chiede di poter incontrare i figli, fermo restando i tempi e l’iter della giustizia che faranno il loro corso. “Sono un papà con due figli, di anni 12 e di anni 4, nati dal mio attuale matrimonio, e sulla mia pelle sto vivendo la lesione dei diritti paterni e dei minori. Questa mia brutta storia inizia il 12 ottobre 2020, 8 mesi fa, quando mia moglie ed i miei due figli vengono portati in una località protetta in seguito alla denuncia-querela sporta da mia moglie per maltrattamenti che io avrei perpetrato nei suoi confronti. Da quel momento, inizia il mio calvario”- scrive l’uomo. “Dal procedimento penale a seguito della querela a mio carico non è stata adottata nessuna misura restrittiva, e nemmeno formulato un capo di imputazione nei miei confronti. Il Tribunale per i minorenni mi sospende la potestà genitoriale e dispone il divieto di avvicinamento dai miei figli che manda in una località protetta  fuori della provincia di L’Aquila. Mia figlia più grande dopo cinque mesi che non mi vede e che vive in questo centro con la madre, dice di non volermi più vedere.  Il piccolo che ho visto cinque volte con gli assistenti sociali che hanno relazionato molto positivamente sugli incontri, mi è stato tolto di nuovo, su relazione della casa rifugio che li ospita.    In una telefonata protetta mio figlio, che dormiva sempre con me, mi ha detto di non aver più un padre: io piango ancora per il male che  questa situazione irreale mi provoca. Io ho porto in giudizio tutte le prove documentali che dimostrano la falsità delle accuse di maltrattamenti che mia moglie mi rivolge, ma non vengono ascoltate”- continua il 60 enne che si chiede come si può sottrarre ad un padre i suoi due figli, “per due episodi di screzi familiari, avvenuti nel settembre 2020 e nell’ottobre dello stesso anno, dopo 12 anni di vita vissuta nella totale armonia e nel più totale benessere economico, che potevo permettermi, fino a due anni fa”.  L’uomo si domanda infine “come si possa pensare che la distruzione di un padre, macchiato di nulla, se non dalle contraddittorie accuse della moglie, possa fare il bene dei figli. Pertanto  che chi è chiamato a decidere, deve assolutamente farsene carico, anche per il bene dei minori”- conclude la lettera. Una storia delicata nonchè uno sfogo che tocca le corde del cuore che arriva da un padre che si sente “un mostro senza prove”. (a.d’.a.)

 

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