SULMONA. Niente turni di notte anche per il mese di ottobre. La crisi del settore automotive continua a sortire i suoi effetti per lo stabilimento della Magneti Marelli di Sulmona dove lavorano 462 persone, di cui 40 impiegati e il resto operai. Lo scorso 26 agosto, a causa dei rallentamenti produttivi dell’ex Sevel di Atessa, a cui la fabbrica peligna è collegata per l’80 per cento della produzione, l’azienda aveva deciso di sospendere i turni notturni, con ovvie ripercussioni sulla busta paga, che risente già delle conseguenze del contratto di solidarietà, attivato per tutti i dipendenti nel corso dell’estate, fino al primo agosto 2025. Dai vertici della fabbrica peligna non è arrivata alcuna comunicazione sulla ripresa del turno di notte. Per questo la sospensione si estende anche per il mese di ottobre, salvo contrordini, come spiega il quotidiano Il Centro. Le scelte aziendali sono strettamente legate agli andamenti produttivi di Stellantis che, nell’ultimo periodo, è andata avanti con la cassa integrazione. Qualche spiraglio potrebbe aprirsi per la metà di ottobre quando, secondo le organizzazioni sindacali, la produzione nello stabilimento teatino potrebbe salire a quota 800 furgoni. Questo vorrebbe dire che la Marelli tornerebbe a lavorare anche la notte, almeno per tre volte a settimana. Ma il condizionale è d’obbligo visto il delicato momento che sta attraversando il settore automotive. “Lavorare solo di mattina e pomeriggio significa avere una ulteriore riduzione dello stipendio. Niente maggiorazioni notturne. Noi continuiamo ad esprimere preoccupazione”- interviene Elvira Simona De Sanctis della Cgil. “L’ammortizzatore sociale resta una forma di cassa integrazione straordinaria. Il senso è quello di lavorare meno ma tutti. Siamo molto preoccupati ma non certo da oggi”- puntualizza la sindacalista, secondo la quale “lo stabilimento ha una certa età e va ricordato che non sono stati pianificati né investimenti né manutenzione straordinaria. Per poter produrre come si deve è indispensabile investire “. “Siamo molto preoccupati e vediamo la situazione di Sulmona molto nebulosa”- aggiunge Sergio Cortese della Ugl- “ci siamo ritrovati davanti questo vicolo cieco. Per il settore automotive il problema sta diventando abbastanza serio”. Gli effetti del legame con l’ex Sevel di Atessa si toccano con mano anche nelle statistiche. Nell’arco di un anno, da settembre 2023 a settembre 2024, la produzione risulta più che dimezzata nello stabilimento sulmonese. Dai 1200 pezzi di furgone Ducato che erano stati confezionati lo scorso anno si è passati ai 620 attuali.