SULMONA. Il conto alla rovescia per il vertice nazionale del prossimo 28 novembre è partito da tempo in fabbrica. La data è una di quelle da cerchiare sul calendario perché c’è in ballo il futuro della Magneti Marelli di Sulmona, uno stabilimento che dà lavoro a 462 persone. Per gli operai, salvo sorprese dell’ultimo minuto, si profila un Natale più contenuto. L’azienda infatti non ha ancora riattivato i turni di notte che erano stati sospesi lo scorso 26 settembre per i rallentamenti dell’ex Sevel di Atessa, a cui lo stabilimento peligno è legato per l’80 per cento della produzione. Una monocommittenza che, secondo le organizzazioni sindacali, non promette nulla di buono né per il Natale né per il futuro. Sotto l’albero buste paga più leggere, tenendo conto che senza le notti scende la retribuzione. I 462 dipendenti stanno inoltre operando con il contratto di solidarietà, siglato lo scorso 19 agosto, che prevede la riduzione lavorativa del 45 per cento con il mantenimento del bagaglio contributivo. Dalla fabbrica teatina, peraltro, non arrivano buone notizie. In questi giorni infatti la Marelli ha rallentato ulteriormente le verniciature, vista la flessione produttiva dell’ex Sevel. “Dall’azienda non abbiamo ancora avuto comunicazioni ufficiali sulla ripresa dei turni di notte e siamo arrivati quasi a fine mese. Ciò vuol dicembre che probabilmente anche a dicembre si andrà avanti senza il terzo turno”- fanno notare dallo stabilimento peligno. A Roma quindi i sindacati chiederanno certezze e garanzie anche per la competitività sul mercato, tenendo conto che l’unica commessa è stata accordata fino al 2031. Nel giro di un anno la produzione è scesa in maniera vertiginosa. Si è passati infatti dai 1200 furgoni mensili ai 662, con una riduzione che si attesta attorno al 50 per cento. “Attendiamo risposte nell’incontro nazionale dove ci aspettiamo un aggiornamento della situazione”- afferma Elvira Simona De Santics della Fiom.