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SULMONA – Torna al centro dei riflettori il delicato tema della sicurezza in città dopo le notti violente che, nell’arco degli ultimi otto mesi, hanno segnato il centro storico della città di Sulmona. Fra liti sfociate in vere e proprie aggressioni, atti vandalici che hanno danneggiato il salotto della città, si è perso il senso della misura. Gli episodi finiti alla ribalta della cronaca, ben sei negli ultimi mesi, raccontano scene di violenza inaudite. Perché negli ultimi tempi si è arrivati a una violenza tanto inaudita? Cosa spinge oggi i giovani a perdere il controllo di se stessi e a danneggiare i loro coetanei? Risponde alle nostre domande Nicoletta Romanelli, psicologa e criminologa di Sulmona, che ha affrontato la tematica a scuola a contatto con i giovani e le forze dell’ordine, ma anche nelle strutture di recupero per tossicodipendenti, con radio nazionali e con l’Anvu ( Associazione Nazionale Vigili Urbani), oltre ad aver partecipato come ospite a programmi Rai (Uno Mattina e La Vita in Diretta). Secondo Romanelli la violenza è da intendere “come linguaggio del branco, in una sorta di tentativo distorto di affermare la propria identità, riconoscendo in valori devianti il mezzo per sentirsi adulti”. Tali condotte devianti- rileva la criminologa e psicologa- “creano una spirale viziosa e pericolosa che induce i giovani a spostare sempre più in là l’asticella dei comportamenti illeciti, come ad esempio l’uso di sostanze stupefacenti che ne amplificano le condotte violente”. Romanelli parla anche del ruolo che rivestono le agenzie educative, scuola e famiglia in primis, deputate alla formazione e alla crescita integrale della persona umana. “A mio avviso, ad oggi è dominante un diffuso orientamento al giustificazionismo ed al lassismo, legittimato da un buonismo di fondo che impedisce una visione oggettiva dei fenomeni sociali”- continua la dottoressa. “Il rimprovero e la punizione sono demonizzati da molti educatori, ma la valenza pedagogica ed evolutiva di tali misure è data proprio dal contenimento delle frustrazioni del bambino prima e degli adolescenti poi. Riscoprire il valore della regola in quanto limite, non significa creare imposizione, ma al contrario, aiutare i bambini ed i ragazzi a tollerare le proprie frustrazioni, senza agire, imparando, così, a negoziare tra i propri bisogni e quelli altrui”. La psicologa e criminologa Romanelli conclude con un appello alla collaborazione e al senso civico, frenando qualsiasi allarmismo. “Parlare di allarme non fa altro che alimentare quel senso di onnipotenza nei delinquenti di turno. Confido nell’azione di collaborazione tra forze dell’ordine e soprattutto, in un maggiore senso civico della popolazione tutta, perché simili manifestazioni di violenza vanno duramente stigmatizzate in una società veramente civile”.

Andrea D’Aurelio

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