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SULMONA – La prima sorpresa è stata quella di girarsi e non vedere il Presidente del Consiglio Katia Di Marzio. Poi quella di ritrovarsi di fronte una maggioranza che sa di possedere solo a metà. E’ stato un Consiglio Comunale che di fatto non ha sciolto i dubbi ma ha solo rinviato l’appuntamento con la crisi che è piombata a Palazzo San Francesco negli ultimi tempi ma, dopo venti giorni di vertici e incontri, ha portato ieri alla revoca delle dimissioni da parte del sindaco Annamaria Casini. “L’efficacia di un’amministrazione si misura in relazione alla forza che questa riesce ad imprimere in termini di capacità di incidere nel contesto interno ed esterno alle mura del Comune – ha sottolineato il sindaco – che a sua volta è direttamente proporzionale alla forza della squadra di governo. Questa è una maggioranza che ha mostrato grande debolezza al limite che oggi non sappiamo se possa definirsi tale”. Il sindaco lo ammette come pure riconosce che serve un confronto con tutti i gruppi consiliari. Riparte da qui. Da quel telefono aperto e dalla disponibilità all’ascolto che probabilmente avrà accentuato o sperimentato nei diciannove giorni di dimissioni e vuole sfatare il mito di un primo cittadino che non sa stare al confronto e che abbandona le sedi istituzionali. Oggi, ad esempio, non c’è stata discussione. “La maggioranza da cui è nata questa amministrazione” ha aggiunto “non c’è più ma resta il patto civico. Quindi basta a litigiosità e personalismi”. Chiaro il riferimento alle prossime elezioni regionali in occasione di cui il sindaco intende blindare la maggioranza. “Serve un nuovo modello di governo” ha rimarcato il primo cittadino “e la prima fase dovrà andare oltre le elezioni regionale, proprio per evitare speculazioni. A breve contatterò personalmente tutti i gruppi consiliari e poi sarà riunito un consiglio comunale con dibattito. Abbiamo tutti l’onere di difendere la città”. E poi i temi sui quali intende ripartire, aprendo anche alla minoranza, quelli già rimarcati dai sei consiglieri pro Casini: la multiutility che crei reddito e occupazione, il fulcro della comunicazione digitale, il polo di attrazione per aziende e imprese, gli scambi culturali e – dulcis in fundo – lo snodo dei trasporti regionali in base alla teoria dei vasi comunicanti. Ben venga il confronto ma presto bisognerà scontrarsi con le singole posizioni, i numeri, le elezioni regionale alle porte. Resa dei conti solo rimandata. Alla prossima.

Andrea D’Aurelio

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