SULMONA – Poste Italiane dovrà versare circa 8 mila euro a un risparmiatore peligno a titolo di rimborso di dieci buoni fruttiferi postali dichiarati “prescritti”. E’ quanto ha deciso il Tribunale di Sulmona che ha condannato l’altro giorno Poste a rifondere le spese di lite oltre a riconoscere quanto dovuto all’utente. Nel corso del giudizio è emerso che l’emittente Poste, al momento della sottoscrizione dei buoni fruttiferi, non aveva fornito al cliente una corretta informazione contenente la descrizione delle caratteristiche dell’investimento così da evitare il decorso del termine prescrizionale. Il giudice ha quindi condannato Poste Italiane a rimborsare le somme riportate nei buoni fruttiferi oltre rivalutazione ed interessi di legge. «Con questa sentenza – precisa l’avvocato Mauro Sciullo che ha assistito il risparmiatore – si è affermato l’orientamento secondo cui la mancata consegna del foglio informativo analitico (FIA) all’atto della sottoscrizione dei titoli costituisce inadempimento cagionato dalla violazione di uno specifico dovere. Con ciò Poste si è resa gravemente inadempiente avendo rifiutato la restituzione in favore della mia cliente dell’importo portato nei BPF alla stessa intestati». Sarebbe quanto mai opportuno che Poste Italiane SpA – conclude il legale – si adeguasse immediatamente almeno per un senso di correttezza nei confronti di quei risparmiatori che avevano risposto la propria fiducia nel confronti dell’Ente Postale Italiano. (a.d’.a.)