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SULMONA – Chiesto un controllo sulle colture dopo la colonna di fumo e l’odore acre che si respira in città e nelle frazioni a causa dell’incendio che da cinque giorni sta mettendo in ginocchio il Morrone. Se finora si è pensato, come è giusto che sia, all’incolumità delle persone e degli animali, gli agricoltori chiedono particolare attenzione anche sui prodotti agricoli già penalizzati dai danni causati dalla fauna selvatica, dalle gelate che si sono registrate nel 2016 e nel 2017 e dalla siccità. I dati rilevati dall’Arta in 24 ore di monitoraggio “mostrano innalzamento dei valori degli inquinanti ricercati soltanto in alcune ore della notte ed in determinate condizioni di vento e temperatura. Tali valori però, riscontrati solo per alcune ore non risultano pericolosi per la salute, in quanto vanno letti in riferimento ad esposizione media su tempi lunghi (tre mesi, sei mesi, un anno) e non per esposizione di durata di qualche ora”. Lo studio della qualità dell’aria prosegue e, sempre per ragioni di precauzione, si chiede di verificare che tipo di impatto può avere il fumo sui prodotti.

Andrea D’Aurelio

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