
Un gesto vile e preoccupante ha scosso la comunità di Monteodorisio nella notte tra il 28 e il 29 maggio. L’auto della sindaca Catia Di Fabio, una Jeep Renegade, è stata data alle fiamme davanti alla sua abitazione, in un atto intimidatorio che ha subito suscitato una forte reazione pubblica. L’episodio è avvenuto attorno all’1:30 di notte, mentre in casa erano presenti anche i figli della prima cittadina. Non si tratta del primo segnale preoccupante: solo poche settimane fa, il 6 maggio, una scritta offensiva (“sindaca fascista”) era comparsa sui muri del cimitero del paese. Un’escalation che ha spinto le forze dell’ordine ad avviare indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Vasto, mentre il prefetto di Chieti ha convocato una riunione straordinaria per affrontare l’emergenza. La risposta non si è fatta attendere. ALI Abruzzo, attraverso il presidente Angelo Radica, ha espresso pieno sostegno a Catia Di Fabio: “Gesti violenti e intimidatori colpiscono l’intero tessuto democratico della comunità. È proprio in questi momenti che occorre rafforzare il nostro impegno come amministratori. A Catia va tutta la nostra solidarietà”. A unirsi al coro anche l’UDC Abruzzo, per voce del segretario regionale e sindaco di Fossacesia Enrico Di Giuseppantonio, che ha condannato fermamente l’accaduto: “Un atto vile che mina il rispetto per le istituzioni. Catia è una sindaca generosa, attenta ai bisogni della sua comunità. Le siamo vicini, come partito e come persone”. Anche la vicesegretaria regionale della Lega, Sabrina Bocchino, ha voluto manifestare la propria vicinanza: “A Catia, alla donna e alla madre, va il mio abbraccio per questo inquietante atto vandalico. La figura del sindaco è la più vicina ai cittadini, ma episodi del genere lasciano sgomenti. Confido nel lavoro delle autorità per fare luce sull’accaduto”. Infine, parole sentite anche dal sindaco dell’Aquila e presidente di Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi: “L’incendio doloso dell’auto, avvenuto davanti casa e in presenza dei figli, rappresenta un attacco vile non solo alla persona ma all’intera comunità. Colpire un amministratore nel luogo più intimo significa superare ogni limite. Tutti i sindaci abruzzesi sono al fianco di Catia”. L’episodio ha scosso non solo Monteodorisio, ma l’intera regione. In molti lo considerano un attacco diretto alla democrazia e alla funzione istituzionale di chi ogni giorno, con responsabilità e coraggio, rappresenta le comunità. Il gesto ha provocato indignazione e preoccupazione, ma anche una chiara volontà di reagire con unità e determinazione. La speranza, condivisa da cittadini e istituzioni, è che si faccia piena luce sull’accaduto e che si ristabilisca presto un clima di rispetto e sicurezza, indispensabile per la convivenza civile.