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SULMONA – Il Gip del Tribunale di Sulmona Marco Billi ha alleggerito la misura cautelare a E.B, 26 enne di Sulmona, uno dei sette arrestati lunedì scorso dai Carabinieri di Sulmona nell’ambito dell’operazione denominata “La Fenice” sul traffico illecito di droga e tentata estorsione. Il giudice ha accolto la richiesta di scarcerazione per il giovane sulmonese, presentata dal legale Stefano Michelangelo e di fatto ha ridotto la misura cautelare, dal momento che il 26 enne dovrà solo rispettare l’obbligo di firma. Restano, per il momento, nel carcere di via Lamaccio M.L.D., 33 enne di Sulmona e G.G, 37 anni. Ristretti ai domiciliari E.D, 31 enne albanese residente a Pratola; L.L.D, 31 enne; A.L.C., 39 enne e F.T, 25 enne, tutti di Sulmona. Ieri davanti al Gip Marco Billi in sei si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, eccetto uno di loro. I legali hanno avanzato l’istanza della revoca della misura cautelare e, in assenza del pm titolare dell’inchiesta Stefano Iafolla, sono scattate le 48 ore previste dalla legge. In quest’arco temporale il Pm dovrà presentare il suo parere, una volta ricevuta la notifica dal giudice, dopodiché arriverà l’ordinanza di Billi che dovrà decidere se revocare o meno la custodia cautelare agli arrestati, come richiesto dai rispettivi avvocati. Nei giorni scorsi in carcere è finito un ottavo uomo, irreperibile lo scorso 23 gennaio. E’ stato rintracciato nella Capitale e ristretto nel carcere di Regina Coeli. Sarà interrogato nelle prossime ore. Ai sette vengono contestati a vario titolo i reati di traffico illecito di ingenti quantità di sostanze stupefacenti in concorso e tentata estorsione per due di loro, commessi principalmente in Valle Peligna, particolarmente a Sulmona, Raiano e Pratola. Un’indagine che conta complessivamente ben diciotto indagati. Intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento hanno consentito ai militari, nell’arco di due anni, di risalire ai presunti responsabili. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 1 kg e 200 grammi di marijuana, 74 mila euro in contanti, un disturbatore di frequenze e un “pugno di ferro” utilizzato probabilmente per le tentate estorsioni.

Andrea D’Aurelio

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