SULMONA – Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha rigettato, al momento, le richieste di scarcerazione per due dei sette arrestati dai Carabinieri della compagnia di Sulmona nell’ambito dell’operazione denominata “La Feniceâ€, riguardante il traffico illecito di droga e la tentata estorsione. Restano dunque agli arresti domiciliari F.T., 25 enne di Sulmona e L.L.D, 31 enne di Sulmona. Si resta in attesa del provvedimento su A.L.C., 39 enne di Sulmona, difeso dall’avvocato Catia Puglielli. “Il Tribunale del Riesame alla data odierna – ha fatto sapere il legale – dopo opportuna verifica non ha ancora depositato la decisione che riguarda la posizione del mio assistito che va valutata in maniera disgiuntaâ€. E’ arrivata invece la decisione su G.G., 37 enne di Sulmona. Il suo avvocato, Guido Colaiacovo, mantiene l’assoluto riserbo. Resta in carcere M.L.D, per il quale non è stato richiesto il Riesame come è accaduto anche per E.D., 31 enne albanese residente a Pratola che è stato ristretto ai domiciliari. Un 26 enne di Sulmona invece, E.B., ha ottenuto l’alleggerimento della misura cautelare dal carcere all’obbligo di firma. La decisione del Gip Marco Billi non è piaciuta al Pm Stefano Iafolla tant’è che lunedì prossimo 20 febbraio sarà discussa l’udienza di appello. L’ottavo arrestato arriva dell’Aquila ed è stato ristretto presso il carcere di Regina Coeli. Ai sette imputati vengono contestati – a vario titolo – i reati di traffico illecito di ingenti quantità di sostanze stupefacenti in concorso e tentata estorsione per due di loro, commessi principalmente in Valle Peligna, particolarmente a Sulmona, Raiano e Pratola. Un’indagine che conta complessivamente ben diciotto indagati. Intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento hanno consentito ai militari, nell’arco di due anni, di risalire ai presunti responsabili della centrale dello spaccio in Valle Peligna. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 1 chilo e 200 grammi di marijuana, 74 mila euro in contanti trovati in un congelatore, un disturbatore di frequenze e un “pugno di ferro†utilizzato probabilmente per le tentate estorsioni.
Andrea D’Aurelio