Il progetto L’Orso e la Formica, con le sue storie, è stato oggetto del Diploma di Master in comunicazione della fauna presso l’Università dell’Insubria di Daniela Gentile che sta collaborando con il Pnalm per la realizzazione di un nuovo capitolo “Le voci dell’orso” che uscirà in autunno.
L’Appennino è una terra di persone, segnata da una lunga storia di sopravvivenza, conflitti, coesistenza, passione e determinazione. Persone che da secoli vivono con e per gli orsi. Persone che si sono impegnate ogni giorno per studiare la natura. Persone che si sono battute per la tutela di questi ambienti. Persone che hanno interpretato la natura per restituirla agli altri e hanno fatto dell’educazione il loro scopo. Persone che hanno continuato a vivere con i loro mestieri imparando a prendersi cura di queste terre. E ancora, cittadini, volontari che si sono associati e contribuiscono con piccoli e grandi gesti. Gli orsi scelgono la propria “casa” in base ad alcune caratteristiche come tranquillità, risorse alimentari e “vicinato”. Una casa in cui muoversi, mangiare, riposare, riprodursi e che cambia in ogni stagione. Con l’avanzare dell’estate, tra giugno e luglio, l’inverdimento della vegetazione a quote progressivamente più elevate attrae gli orsi nelle praterie a maggiore altitudine, alla ricerca non solo di erbe, ma anche di formiche! L’inizio di agosto iniziano a sottoporsi ad una dieta ipercalorica ma conducono una vita anche più riservata, in aree impervie e in alta quota sia di giorno che di notte, a mangiare piccole bacche succulente e nere. A fine estate e in autunno, gli orsi frequentano i fondovalle, alla ricerca di ogni tipo di frutta. Per questo motivo, le dimensioni delle proprie case o aree vitali si restringono o allungano in funzione delle esigenze nutrizionali degli animali, ma anche riproduttive. Se gli orsi stanno troppo “stretti” gli orsi più giovani, in genere, vengono spinti ad allontanarsi o in aree marginali, ad esempio vicino ai paesi, o a disperdersi in nuovi territori più lontani, mentre per chi resta può essere difficile riprodursi con successo.
Tutto questo però, contrasta molto con l’immagine che arriva da Pescasseroli, sede del Pnalm. Villalago, Pettorano, Ortona dei Marsi…gia da tempo ha adottato i cassonetti ‘antiorso’. Se l’orso arriva in paese, come già affermava lo zoologo Forconi, e non trova nulla da mangiare, va via. Tutti gli enti e le associazioni, compresa la Regione, dovrebbero lavorare in sinergia e collaborare per l’installazione di cassonetti anti orso e se non si fa questa cosa non si risolverà il problema. In tutto il mondo ci sono queste tipologie di cassonetti.