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PETTORANO SUL GIZIO – Udienza decisiva domani, in Corte d’Appello, per il caso dell’orso ucciso a fuciliate, nel 2014, a Pettorano sul Gizio. Il procedimento di primo grado, conclusosi presso il tribunale di Sulmona il 10 aprile 2018, aveva chiarito che l’animale, “reo” di aver predato alcune galline di proprietà dell’operaio di Pettorano, era stato colpito a morte dai colpi esplosi da un fucile da caccia utilizzato dall’uomo, che però è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. A seguito dell’assoluzione, il procuratore Generale dell’Aquila aveva però proposto appello contro la sentenza, ritenendo che gli elementi acquisiti nel corso del procedimento apparivano “congrui nel dimostrare la piena responsabilità dell’imputato, sia sotto il profilo materiale che psicologico, senza possibilità di logica lettura alternativa degli stessi” “Siamo certi che le tante prove a carico dell’imputato, come emerge dalla documentazione acquisita e dal lavoro fatto a suo tempo dal Corpo Forestale, non potranno essere ignorate dalla Corte di Appello”, dichiarano le associazioni Lac, Lav e Wwf, “che avrà quindi l’opportunità di riformare la sentenza di primo grado ribadendo chela giustizia ‘fai da te’ non è ammissibile in nessun caso e che l’uccisione di un animale particolarmente protetto, anche a livello europeo dalla Direttiva Habitat, come l’orso, costituisce un vero e proprio atto di bracconaggio. Questo è ancor più grave alla luce dell’elevato rischio di estinzione dell’orso marsicano, di cui rimangono appena una cinquantina di individui, e ciascuno di esso è pertanto fondamentale per la conservazione della specie ”. L’operaio di Pettorano, dal canto suo, dovrà invece difendersi di nuovo per puntare a una nuova sentenza assolutoria. Domani si terrà l’udienza decisiva.

Andrea D’Aurelio

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