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PETTORANO SUL GIZIO – “Purtroppo, a causa di un vizio di forma, la condanna è solo civile e non penale, ma possiamo comunque dire che è una sentenza storica perché finalmente rende giustizia alla tutela di una specie protetta”. Ad affermarlo in una nota è il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise all’indomani della sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha ritenuto inammissibile il ricorso in sede penale ma ha condannato l’imputato A.C., originario di Pettorano sul Gizio, a un maxi risarcimento in sede civile in favore delle associazioni costituitesi in giudizio. “C’era un evidente rischio di compiere la generalizzazione secondo la quale uccidere un orso non è un reato, con le gravissime conseguenze che si possono immaginare. Per fortuna così non è stato. Questa sentenza ha fissato un precedente che lascia ben sperare per un futuro giurisprudenziale più attento alla conservazione di specie protette come l’orso bruno marsicano, simbolo di natura selvaggia e grande valore per la nostra Regione”- afferma il Presidente del Pnlam Giovanni Cannata che aggiunge: “è davvero una sentenza storica perché riconosce la responsabilità di un cittadino che ha sparato ad un orso, uccidendolo. Il riconoscimento delle responsabilità, oltre a fissare un principio ineccepibile come è il rispetto della vita di un orso, dà conto anche del lavoro investigativo svolto dal personale dell’ex CFS che riuscì a ricostruire tutti i passaggi della vicenda e individuare il responsabile, che non ha mai negato di aver sparato all’orso. La sentenza è ovviamente anche uno sprone a migliorare l’azione di tutela da parte del Servizio di Sorveglianza del Parco e dei Carabinieri Forestali impegnati nelle aree protette”.

Andrea D’Aurelio

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