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SULMONA – “Il governo regionale ha operato una scelta ben precisa per l’ospedale di Castel di Sangro e l’ha inserita nel documento programmatorio attualmente al vaglio del tavolo di monitoraggio ministeriale: un presidio di area disagiata, sede di pronto soccorso e con un totale di 34 posti letto (18 di medicina generale, 4 di chirurgia generale, 4 di ortopedia, 8 di lungodegenza, 6 posti letto diurni). Ritengo sia la scelta più adeguata per rispondere alle esigenze di assistenza sanitaria del territorio”. Lo precisa l’assessore alla salute, Nicoletta Verì, intervenendo nel dibattito che si è aperto sulla situazione del presidio. “Sono perfettamente consapevole delle difficoltà che si registrano attualmente a Castel di Sangro – continua l’assessore – e mi sono già attivata con il direttore generale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila per trovare delle soluzioni idonee a far fronte ai problemi segnalati dall’utenza. Purtroppo si tratta di situazioni di carenza di personale comuni anche ad altri presidi, che questa giunta ha avviato a soluzione con il via libera a 1755 nuove assunzioni entro il 2021 e con la possibilità di sostituire 1 a 1 i dipendenti che si dimettono o vanno in pensione”. La Verì, infine, rimarca la volontà di vocare l’ospedale a sede per la chirurgia programmata. “Siamo convinti – conclude – che gli interventi in elezione siano la via maestra non solo per garantire la piena operatività dei presidi minori, ma anche per renderli più attrattivi per l’utenza e soprattutto per i medici, che in questo modo non avranno difficoltà a sceglierli come sede di lavoro”.  Un’analisi, quella tracciata dall’assessore, che non convince il Tribunale per i diritti del Malato. “Gli avvisi vanno deserti in quanto si continuano ad offrire posti di lavoro a tempo determinato e che comunque la legge offre strumenti e soluzioni alternative per sopperire alla carenza di personale”- fa notare la coordinatrice Catia Puglielli che conclude: “mi auguro che si proceda ad un immediato potenziamento del territorio e del trasporto sanitario e che gli esponenti politici di riferimento si impongano con tutte le loro forze per contrapporsi a questa scelta aziendale che potrebbe tradursi in un atto che rischia di mettere a repentaglio la salute e la vita dei cittadini”.

Andrea D’Aurelio

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