
Cresce la preoccupazione per il futuro della Rianimazione dell’Ospedale di Popoli, al centro di insistenti voci su una possibile riconversione o chiusura. A lanciare l’allarme sono Enzo Sabatini, membro del direttivo Spi Cgil, e Carmine Di Carlo, portavoce della lista civica “Rianimiamo Bussi”, che chiedono chiarezza e un immediato confronto con le istituzioni.
La questione è esplosa dopo il blocco, durato quattro mesi, dei ricoveri programmati in Ortopedia. Oggi, a preoccupare è la Terapia Intensiva post-operatoria: circolano ipotesi di trasformazione o ricollocamento dei posti letto del “Codice 75” – riservato alla riabilitazione intensiva per gravi cerebrolesioni – attualmente collocati nella vecchia ala dell’ospedale. Tutto questo, denunciano Sabatini e Di Carlo, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte della ASL di Pescara, né al personale interessato, né alle parti sociali, né tantomeno al sindaco di Popoli, che rappresenta il territorio nella commissione ristretta dei sindaci dell’azienda sanitaria.
“Perdere una terapia intensiva significa ridurre drasticamente la possibilità di gestione del Pronto Soccorso, delle Sale Operatorie e di conseguenza il livello di assistenza dell’intero ospedale”, avvertono i promotori della protesta. Entrambi sottolineano che i cittadini dell’area interna – dalla Valle Peligna alla Val Pescara e alla Valle del Tirino – hanno lo stesso diritto alla cura della popolazione costiera, pur pagando le stesse tasse per il servizio sanitario.
Di Carlo, in particolare, evidenzia come il personale della Rianimazione abbia notato un cambio immotivato di “centro di costo” sullo stipendio con lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2024, un segnale che ha alimentato i sospetti su decisioni già prese senza condivisione. “Ci chiediamo quali risparmi si vogliano ottenere, visto che il personale sarebbe comunque necessario anche in caso di riconversione. I cittadini non possono pagare sulla propria pelle errori gestionali della politica e della direzione sanitaria”, afferma.
Sabatini e Di Carlo, insieme alle rispettive organizzazioni, chiedono risposte immediate e invitano Regione, ASL di Pescara e amministrazioni locali a chiarire le intenzioni sul destino dell’ospedale, ribadendo la volontà di vigilare e mobilitarsi per difendere il diritto alla salute e i livelli essenziali di assistenza.
“Sorveglieremo, seguiremo e difenderemo – conclude la lista civica Rianimiamo Bussi – per i diritti primari dei cittadini, dei lavoratori e del territorio”.