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SULMONA – Gli spazi si sono liberati lo scorso sabato con la chiusura definitiva dell’area grigia accompagnata, soprattutto sui social, da una serie di post strappalacrime da parte degli operatori che negli anni duri della pandemia hanno vissuto e gestito quegli ambienti. Ma per la lungodegenza dell’ospedale di Sulmona c’è da aspettare. Non ci sono i medici. Manca il personale. L’unità operativa, la cui esistenza si rintraccia solo sulla carta, non è mai entrata in funzione nonostante la lunga ed estenuante battaglia politica che nel 2017 portò la Regione ad assegnare 15 posti letto al nosocomio peligno nella riorganizzazione della rete ospedaliera. La lotta politica e sindacale fu molto decisa tenendo conto della densità della popolazione e della prevalenza di soggetti fragili nell’area peligno-sangrina. Ma più che una conquista, la lungodegenza si è rivelata negli anni un bluff. Mai aperta, sacrificata in tempo di Covid all’area grigia ed ora, nonostante gli annunci aziendali e gli impegni presi pubblicamente, resta chiusa perché gli avvisi diramati dalla Asl non hanno riscosso grande partecipazione tra i medici e il personale sanitario. Si torna insomma al punto di partenza. Gli spazi sono liberi, belli e innovativi ma mancano le risorse umane. È quello che avviene in gran parte della struttura ospedaliera di primo livello. Incredibile ma vero.

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