
“Permangono le esigenze cautelari in ragione dello stato di pericolosità sociale del soggetto ospitato in casa”. Lo mettono nero su bianco i giudici del Tribunale per il Riesame dell’Aquila che lasciano dietro le sbarre S.P., 35enne di Sulmona, che era finito agli arresti lo scorso 9 dicembre per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo scorso 14 febbraio i carabinieri della stazione di Sulmona e del nucleo operativo avevano fatto irruzione in casa del giovane per un controllo di routine. Nell’abitazione dove lo stesso stava scontando gli arresti domiciliari, oltre ad una donna c’era anche un pregiudicato con precedenti specifici sulle spalle e con un “profilo di pericolosità sociale”. La circostanza aveva comportato l’aggravamento della misura cautelare per il 35enne: dai domiciliari al carcere. Ad impugnare il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, è stato l’avvocato, Naike Cascini, ritenendo insussistenti le ragioni poste alla base dell’aggravamento della misura. Ma ilRiesame ha detto no alla scarcerazione. S.P. era stato fermato lo scorso dicembre quando i carabinieri avevano trovato nel suo marsupio 20 grammi di cocaina suddivisi in 40 bustine, 11 mila euro in contanti, un bilancino e una pistola scacciacani senza tappo rosso. In casa dell’uomo avevano scoperto altre 500 bustine, destinate verosimilmente al mercato dello spaccio per il confezionamento della sostanza. Poi gli arresti domiciliari e le “visite” che non sono piaciute nè alla procura nè al giudice. Da qui l’ordinanza di custodia cautelare.